Cronaca
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25/08/2021 14:56

Incendi e incidenti, i tristi primati della Sicilia

I due fenomeni sono un’autentica calamità per l’Isola, umana e ambientale

di Redazione

Incendi e incidenti, i tristi primati della Sicilia
Incendi e incidenti, i tristi primati della Sicilia

 Ragusa – Sicilia maglia nera degli incidenti stradali mortali nei primi sei mesi del 2021: secondo  il report diffuso oggi dall’osservatorio Asaps , l’associazione sostenitori della polizia stradale, da gennaio a giugno in tutta Italia sono stati 48 gli incidenti plurimortali, quasi il 30% in più rispetto al primo semestre del 2020, per un totale di 105 decessi (+18%) e 97 feriti (+120%), molti dei quali con lesioni permanenti.

In questo quadro l’Isola è prima, con 9 incidenti mortali. La fascia oraria risultata più a rischio è tra le 12 e le 18. Una strage dovuta alla guida distratta e spericolata, ma anche alla scarsa illuminazione e allo stato dell’asfalto, giacché in nessun incidente è stato rilevato abuso di alcol o droghe. Non è un caso che la metà si sia verificata su strade statali e provinciali, le più pericolose. L’ultimo stanotte, proprio nel Ragusano.  

Non è l’unico triste primato della nostra regione, ci sono anche gli incendi. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono oltre i 150mila gli ettari di bosco andati in fumo in Italia: “Una superficie pari a quelle di Roma, Milano e Napoli messe insieme” riporta l’Effis della Commissione Ue. E anche in questi caso il record nazionale è siciliano: in 8 mesi sono bruciati più di  78mila ettari di vegetazione, pari al 3% dell’intera superficie della regione; segue staccata la Sardegna, con 20mila ettari.

Secondo lo studio ci vorranno almeno 15 anni per ricostituire la macchia mediterranea distrutta dal fuoco, che spesso ha raggiunto pascoli, ulivi, capannoni, fienili con scorte di foraggio e mezzi agricoli per danni incalcolabili all’agricoltura. A questo ritmo è chiaro che la vegetazione non farà mai in tempo a ricrescere: roghi e siccità desertificano il territorio, con tempi estremamente più rapidi di quelli che occorrono alla natura per rigenerarsi.