Cronaca
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28/02/2022 20:14

Incendiata l’auto di Cinzia Fiorato, giornalista del Tg1

A fuoco l'auto di Cinzia Fiorato e del compagno, l'avvocato Vincenzo Iacovino

di Redazione

Incendiata l’auto di Cinzia Fiorato, giornalista del Tg1
Incendiata l’auto di Cinzia Fiorato, giornalista del Tg1

Monterotondo, Roma – Hanno dato fuoco alla Land Rover di Cinzia Fiorato, giornalista del Tg1, e del compagno, Vincenzo Iacovino, noto avvocato che ha difeso numerosissimi giornalisti durante la sua carriera.

E’ successo nel centro di Monterotondo, alle porte della Capitale. A postare le immagini del rogo sui social è stato il proprietario del veicolo, l’avvocato Vincenzo Iacovino, compagno della giornalista del Tg1 Cinzia Fiorato. Nell’ipotesi di un atto intimidatorio, la Prefettura ha disposto un servizio di vigilanza a protezione della coppia e della loro abitazione.

Secondo Iacovino e Fiorato la pista dell’avvertimento è invece molto concreta. Tanto che lo stesso avvocato già nella notte di sabato si è rivolto a chi gli ha dato fuoco al fuoristrada direttamente su Facebook ricordando le 10 denunce presentate nel corso del tempo da lui e dalla compagna in difesa del decoro di piazza della Libertà dai teppisti della malamovida. «Non ci fermerete mai, miserabili! — scrive il legale —. I vigliacchi codardi hanno bruciato la nostra macchina ma non bruceranno mai la nostra dignità».

Secondo Iacovino la Land Rover è stata data alle fiamme «dopo che io e Cinzia abbiamo postato le immagini dell’ennesima rissa di venerdì alle 3 di notte fra gente ubriaca e sfatta di ogni sostanza», così che «hanno pensato di metterci a tacere bruciando la nostra macchina». Un movente più che chiaro, quindi, dopo che la coppia ha denunciato alle istituzioni e alle forze dell’ordine «il malaffare di gruppi di interessi malavitosi», insieme con «lo spaccio di droga e il riciclaggio», e poi una serie di episodi collegati alla malamovida nella cittadina in provincia di Roma. 

«È un gravissimo episodio. Si faccia subito luce su quello che è accaduto e si individuino i responsabili», spiegano dal sindacato, mentre dall’Associazione Stampa romana sottolineano: «La collega ritiene che questo atto sia causato dalle ripetute denunce sulla malamovida nel centro sulla Salaria. Chiediamo agli inquirenti di fare piena luce sulla dinamica e assicurare protezione alla collega». E il vice presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Roberto Rossi sollecita «una mobilitazione generale contro il malaffare e la violenza criminale».