Roma - A 29 anni, Francesca Carocci, attrice di teatro, è andata in ospedale per un dolore al petto. A visitarla due medici di pronto soccorso dell’Aurelia Hospital, che l’hanno rimandata casa, dopo averle diagnosticato uno stato d’ansia da curare con un antidolorifico. Qualche giorno dopo, l’attrice è morta a causa di un infarto dovuto a una miocardite. Una tragedia che sarebbe stata scongiurata se i due medici, ora imputati di omicidio colposo avendo chiesto la Procura il loro rinvio a giudizio, avessero trattenuto l’attrice per accertamenti. Dal 2 marzo del 2024 quando la vittima è venuta a mancare, i genitori, assistiti dall’avvocato Paola Cittadini, si sono chiusi in un riserbo assoluto. Devastati dal dolore per la perdita della figlia e scioccati per l’evoluzione così rapida e imprevedibile del dramma.
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Tre giorni passano tra la prima visita all’Aurelia Hospital datata 28 febbraio, e il decesso. Fino a quel giorno, l’attrice non aveva mai manifestato alcun problema di salute. È una donna nel pieno della sua giovinezza, che coltiva la passione di recitare. Come scrive in un post su Instagram: «Dentro di me ho tutti i sogni del mondo». E alcuni li ha realizzati, come calcare i palcoscenici dei teatri Brancaccio e Marconi. L’ultima volta in cui è salita sul palcoscenico è stato per interpretare Biancaneve nello spettacolo «Che confusione Elsa». Quel mattino del 28 febbraio di un anno fa, avverte un leggero fastidio al petto e allora decide di chiamare un’ambulanza. A prendere in cura l’attrice, due medici del pronto soccorso dell’Aurelia Hospital. Fanno l’elettrocardiogramma che non evidenzia alcun segnale di pericolo imminente. Tuttavia, l’attrice sente di non stare bene. I medici le prescrivono un antidolorifico per attenuare i malesseri dovuti a quella che definiscono «ansia». Medicinali - rilevano dall’ospedale - consigliati perché già utilizzati dall’attrice.
Passano poche ore, ma i dolori aumentano, anziché svanire. La mattina del 2 marzo è necessario richiamare l’ambulanza. La situazione però è ormai compromessa: Carocci muore durante il tragitto verso l’ospedale. La famiglia presenta subito una denuncia perché, come dice l’avvocato Cittadini «Carocci è stata visitata in una struttura dotata di strumentazione e competenza necessarie per evitare questa tragedia». La pm dispone la consulenza medica, affidando l’incarico al professore Luigi Cipolloni: dagli approfondimenti emerge che i valori degli enzimi, indicati nell’elettrocardiogramma, avrebbero consigliato altri accertamenti. In ogni modo, per i consulenti, non c’è certezza che un ricovero avrebbe salvato l’attrice. «Dalla consulenza emerge un quadro clinico complesso – dice il legale che rappresenta i medici, l’avvocato Gianluca Tognozzi -. All’arrivo in pronto soccorso solo alcuni parametri erano alterati, ma non indicativi di un danno cardiaco in atto».