Roma - «Mi hanno operata in una stanza come quelle per il filler, con strumenti essenziali, a mani nude e in nero. Sono stata malissimo, ho temuto di morire». O.S. è una ragazza giovanissima finita sotto i ferri degli stessi medici di Margaret Spada, nello stesso studio medico dell’Eur e per lo stesso intervento. A Repubblica ha raccontato l’operazione e mostrato foto e chat che testimoniano le sue parole.
«Li ho conosciuti su TikTok: due influencer erano state operate da loro con risultati sorprendenti. Sono andata a vedere il profilo di Marco Antonio Procopio, ho trovato moltissimi video e immagini di nasi bellissimi e mi sono convinta».
«Ho scritto su whatsapp al numero trovato su TikTok e dopo quattro giorni mi hanno dato appuntamento per giugno. Ho chattato e parlato sempre con una ragazza della segreteria che poi ha assistito anche al mio intervento».
«Non mi hanno chiesto né analisi né elettrocardiogramma e non mi hanno mai visitato. Ho dovuto solo inviare su whatsapp due foto del naso per capire se il rimodellamento si poteva fare. Non pensavo fosse una vera e propria rinoplastica, l’ho scoperto in diretta, mi avevano promesso un intervento poco invasivo. A quattro giorni dall’operazione si sono ricordati di mandarmi la ricetta dei farmaci per il post operatorio: Ceporex, Toradol e tamponcini».
«Dopo l’anestesia è stato un inferno. Mi tremava tutto il corpo, avevo la tachicardia, piangevo. Stavo così male che al mio ragazzo ho scritto che mi sembrava di avere un infarto. Mia madre era lì con me, nella stessa stanza, senza abiti sterili, ha chiamato il medico che ci ha spiegato che era normale perché nell’anestetico c’era adrenalina. Dopo 15 minuti sono stata meglio e mi hanno operata ma non ero preparata: sentivo i rumori, il naso tagliuzzato e segato, era come stare in macelleria. Per asciugare il sangue usavano stracci».
Com’era la stanza operatoria?
«Una camera bianca con un lettino. C’erano Marco e Marco Antonio Procopio, un altro signore più anziano e la segretaria assistente. Operavano senza guanti, uno dei due aveva il camice sporco del sangue di un altro intervento».
Com’è stato il post-operatorio?
«Drammatico. I miei erano sconvolti che mi mandassero a casa subito, bendata e con perdite di sangue abbondanti. In auto e in hotel potevo stare solo sdraiata. Appena mi sono messo seduta per medicarmi ho avuto nausea, mal di testa, convulsioni e sono svenuta. Non riuscivo a mangiare, a bere, a parlare. Dall’ambulatorio mi hanno detto di prendere il Toradol, che ho evitato perché aumenta il sanguinamento, e di riposare. Mi sono ripresa dopo 4 o 5 giorni ma dai Procopio non sono più tornata. La visita di controllo l’ho fatta altrove, ero traumatizzata».