Scicli – Una battuta a strascico nel mare magnum del vizio e della vita border line, dove le dipendenze sono più frequenti. I carabinieri hanno calato la loro rete lungo un perimetro investigativo di mare piuttosto ampio attorno alla figura di Peppe Ottaviano, il 40enne di Scicli ucciso con ogni probabilità la notte tra l’11 e il 12 maggio nella casa materna di via Manenti a Scicli. Trascorsi 18 giorni dall’omicidio non vi è nessun iscritto nel registro degli indagati e perché lo stallo nelle indagini si risolva è necessario attendere le risultanze dei rilievi del reparto investigativo scientifico dei carabinieri, che impiegherà qualche settimana per restituire il quadro definitivo delle identità delle impronte digitali e delle scarpe, dei capelli e dei peli, delle tracce di sangue ritrovate nella casa e della saliva sui mozziconi di sigaretta.
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Ci sono delle immagini di videosorveglianza, guardate e riguardate con attenzione. Riprendono una scena avvenuta nella notte tra sabato 11 e domenica 12 maggio. Nei dintorni della casa di via Manenti passano alcuni personaggi con fare ganzo e abiti eccentrici, hanno una andatura decisa e spocchiosa. Dove vanno?
Sono decine intanto le persone che frequentavano Peppe Ottaviano ascoltate e riascoltate in questi 18 giorni.
Il 25 maggio la famiglia Ottaviano Sgarlata ha pubblicato un lungo manifesto funebre di ringraziamento in cui esprime la propria gratitudine “per la discrezione e il rispetto mostrati in questa incredibile, disumana e tragica vicenda”.
Un lutto affrontato con compostezza e dignità.