Cronaca
|
17/04/2025 08:38

Parroco arrestato per abusi sessuali: «Volevo fare l’elettricista, poi ho “preso la scossa da Dio”»

«Ho "preso la scossa" e sono entrato in seminario. Sono felice di essere prete», raccontò in un'intervista

di Redazione

Parroco arrestato per abusi sessuali: «Volevo fare l'elettricista, poi ho "preso la scossa da Dio"»
Parroco arrestato per abusi sessuali: «Volevo fare l'elettricista, poi ho "preso la scossa da Dio"»

Brescia – Don Ciro Panigara, arrestato per presunte violenze sessuali ai danni di minori, prima di scegliere di prendere i voti, sognava di fare l’elettricista. E ci era riuscito. Nativo di Ghedi, comune bresciano conosciuto per essere una delle basi militari più importanti d’Italia, ha maturato la sua vocazione religiosa all’oratorio ma la vera svolta nella sua vita è arrivata quando già lavorava: dopo aver imparato il mestiere alle scuole superiori al «Bonsignori», un istituto professionale di Remedello (Brescia), ha iniziato a fare l’elettricista ma è qui che – parole sue, rilasciate in un’intervista del 2016, quando divenne curato a Leno – «ho preso la scossa da Dio e sono entrato in seminario». 

Classe 1977, 48 anni compiuti un mese fa, don Ciro è stato ordinato nel giugno del 2004 (a 27 anni). É stato vicario parrocchiale a Isorella (2004-2008), ad Adro (2008-2013: in questo periodo, secondo gli inquirenti, tra 2012 e 2013 sarebbero stati commessi i primi abusi sui minori, oltre al caso emerso a San Paolo) e a Torbiato (2009-2013) per poi diventare cappellano all’Ospedale Poliambulanza di Brescia, dal 2013: «L’esperienza con i malati – raccontò – mi ha fatto crescere molto». Quindi l’approdo nella Bassa dove è stato curato a Leno, Milzanello e Porzano dal 2016 2020, per poi essere amministratore parrocchiale della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Visano sino al 2024. Poi l’approdo a San Paolo: il 20 ottobre 2024 c’era stata la cerimonia per il suo ingresso in comunità, poco più di due mesi dopo erano già arrivate le dimissioni.

Da qui il passaggio a San Paolo, di cui è stato parroco (così come dei paesi limitrofi Cremezzano e Scarpizzolo: era coordinatore dell’Unità Pastorale Beato Petronace abate), per tre mesi, sino alle dimissioni arrivate il 5 gennaio come un fulmine a ciel sereno per la comunità, quando erano emersi «elementi di criticita». Solo pochi giorni prima, il 26 dicembre 2024, aveva accompagnato i giovani del paese allo stadio Rigamonti per assistere a Brescia-Modena (campionato di Serie B). «Ho lavorato, fare l’elettricista era la mia passione: poi ho “preso la scossa” e sono entrato in seminario. Sono felice di essere prete», raccontò ai ragazzi di Leno dopo l’incarico che gli fu conferito nel 2016. «A Leno – proseguì – mi sento accolto, stimato, è una comunità che mi piace moltissimo: persone calde che vogliono bene ai preti. La pastorale delle famiglie mi mancava, è una cosa nuova: c’è un clima di condivisione, è un’esperienza bella. Ho grande entusiasmo per questa mia nuova avventura».