La denuncia della Cgil: “Vigliacchi che ritengono i fattorini lavoratori di serie B".
di Redazione

Palermo – “Le piattaforme si devono fare carico di assistere i lavoratori anche dal punto di vista legale e delle tutele, perché i rider sono esseri umani e non numeri di un algoritmo”. È la richiesta del Nidil Cgil dopo l’aggressione subita da un rider palermitano, aggredito con una bottigliata in testa nel quartiere Cep, dove avrebbe dovuto effettuare una consegna. “Volevano risparmiarsi l’onere del pagamento, siamo indignati – denuncia il sindacato -. Persone che possiamo definire solo vili e codardi hanno umiliato un onesto lavoratore, costringendolo a subire un atto di una tale violenza, solo perché rider e per questo ritenuto come un lavoratore di serie B”.
In passato Uber, la piattaforma del rider aggredito, aveva escluso questa zona dalle consegne insieme ad altre aree di periferia ritenute ‘difficili’, proprio perché erano stati segnalati e denunciati episodi del genere, ma la società di recente ha inserito nuovamente la zona nei suoi circuiti.
“La congiunzione tra il paradigma del precariato e l’immagine di lavoratori e lavoratrici come i rider, considerati soggetti fragili e quindi da soverchiare, è la manifestazione lampante che la dignità del lavoro coinvolge ogni aspetto del vivere sociale nella nostra società – conclude la nota -. A Palermo, purtroppo, non è la prima volta che accadono eventi di questo tipo in questo settore, con lavoratori precari più di altri esposti, tra diritti violati e mancanza di sicurezza. L’idea che certi soggetti inqualificabili si sentano liberi di agire così impunemente dietro la convinzione che quel lavoratore sia un debole, assunta proprio a causa dell’immagine precaria che quel lavoratore riflette, non è più ammissibile”.
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