Milano - «Mia figlia mi ha spinta da dietro per evitare che il camion mi colpisse. Stavo attraversando con il passeggino e sono caduta a terra». Così la mamma di Rocio Espinoza Romero, la 34enne investita e uccisa da un tir a Milano. Intervistata dal Corriere della Sera racconta: «Ho visto solo una specie di “macchia bianca” (il camion, ndr). Chiamavo Rocio, non mi rispondeva».
News Correlate
Il marito spiega: «Proprio mercoledì Rocio sarebbe dovuta andare a ritirare la cittadinanza italiana al Caf. Ora vogliamo solo rispetto per mia moglie». Lavorava al Pat come operatrice socio assistenziale della cooperativa «Nuova assistenza». «Siamo profondamente scossi ed esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia», scrive il Pat. «Solo cinque minuti», avverte il genero aprendo la porta. I bambini dormono e «chiedono della mamma. Le erano molto legati», confida una delle sorelle di Rocio. «Quella mattina stava accompagnando i gemelli dal pediatra, non a scuola. Erano malati da qualche giorno».
Stando a quanto emerge dagli atti che hanno portato alla richiesta di custodia cautelare in carcere per il 24enne, la Procura ritiene che il giovane - risultato negativo alle analisi su alcol e droghe - si fosse accorto, malgrado le sue prime dichiarazioni, di aver investito sulle strisce la donna. La quale è riuscita a salvare la vita ai suoi gemellini dando una spinta al passeggino. Infatti, in base agli accertamenti, l'investimento non sarebbe avvenuto nel cosiddetto «angolo cieco» (il camion aveva i dispositivi, ma non erano comunque attivati), ma si sarebbe trattato di un «impatto frontale» che ha riguardato non una ma «quattro persone».
E tra l'altro, la nonna dei piccoli, sbalzata per otto metri, e gli stessi bambini, dopo l'incidente sarebbero stati ben visibili, perché erano dal lato del guidatore. In più il camionista, nell'immediatezza dell'investimento, come dimostrano le telecamere di sorveglianza, si è fermato «per quattro secondi» prima di ripartire e raggiungere una cava ad Arluno e continuare a lavorare come se niente fosse. Tutto ciò nonostante il teste oculare, al volante della sua macchina, così come altri automobilisti, abbiano iniziato a suonare il clacson per tentare di avvertirlo e fare in modo che accostasse e scendesse dal tir per prestare soccorso. Infine, per verificare se quando ha travolto la donna fosse al cellulare, gli è stato sequestrato il telefono. Il quadro venuto a galla in 24 ore ha portato il pm Biondolillo a parlare di gravi indizi e ad indicare, l'esigenza cautelare del pericolo di reiterazione del reato. Il 24enne, che non ha precedenti penali ed è difeso dall'avvocato Roberto Tournier, sarà interrogato domani dal gip Alberto Carboni che dovrà decidere sulla richiesta del pubblico ministero.
Il sindaco Giuseppe Sala ieri, 12 dicembre, ha fatto visita alla famiglia di Rocio «per portare le condoglianze ma anche per vedere se potevamo aiutarli prima di tutto per il rilascio della salma e poi per il funerale - ha affermato -. È l'esempio di una famiglia di immigrati che si è integrata in maniera eccezionale. La signora lavorava di notte al Pio Albergo Trivulzio e di giorno studiava per diventare infermiera, il marito fa il falegname. «Una famiglia straordinaria, purtroppo è una tragedia».