Jesi, Ancona - Non ce l’ha fatta la 17enne che sabato pomeriggio ha tentato di togliersi la vita impiccandosi all’interno di una chiesa diroccata. La giovane, fragile come un cristallo ma dalla spiritualità forte e di una purezza d’animo incapace di sopportare questa epoca, ha cercato la fine tra le mura di un luogo sacro a lei caro. Un luogo che conosceva fin troppo bene, poiché il papà ne è il custode.
Erano quasi le 14, quando, in preda a una disperazione più forte di sempre, ha preso le chiavi della chiesa di Tabano - chiusa da oltre un anno poiché inagibile e a rischio crollo - e in quel silenzio ha compiuto il terribile gesto. E’ stato proprio il padre a trovarla poco dopo e a tentare di salvarla insieme a un passante, che era intervenuto vedendo l’uscio della chiesa insolitamente aperto.
Oggi quel povero padre si trincera dietro mille domande, sebbene la famiglia abbia fatto di tutto per lenire la sofferenza di quell’unica meravigliosa figlia tanto desiderata. Ma lei in questa vita non ci sapeva stare, così sensibile, fragile e delicata.
«Tante volte aveva detto che l’avrebbe fatto, i genitori le stavano molto vicini e l’avevano affidata a uno specialista – dice affranto lo zio – siamo stati incapaci di valutare il reale pericolo». E’ un dolore troppo grande quello che vive questa famiglia jesina, così come chi conosceva la 17enne non si capacita oggi della sua prematura scomparsa. Bella, sorridente, appassionata di musica e teatro, la studentessa frequentava il liceo musicale “Rinaldini” di Ancona e suonava il flauto. Faceva parte della banda musicale di Jesi e studiava teatro. Le sue maschere, quelle che l’hanno protetta fino a sabato.
Ha resistito per quasi 72 ore addormentata in quel coma profondo nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Torrette, poi ieri mattina la resa. Alle 9,30 si è riunito il collegio per l’accertamento della morte cerebrale, al termine del quale i poveri genitori hanno acconsentito al prelievo degli organi, trasformando il più terribile dei dolori in un grande gesto d’amore e di speranza. Nel pomeriggio alla Chiesa della Misericordia di Ancona amici e parenti si sono riuniti in una veglia di preghiera. In nottata è stato avviato l’iter per il prelievo multiorgano. Il dottor Benedetto Marini, primario del Centro Trapianti di Torrette, ha coordinato l’organizzazione delle équipe provenienti dal Cnto, il Centro Nazionale Trapianti Operativo di Roma e dal Nitp, Nord Italia Transplant di Milano, con cui Torrette collabora. Ora questa fragile anima andrà a salvare altre persone.