Cronaca Bologna

Simone Farinelli, travolto dalla piena del torrente

Lo strazio del padre cardiologo: «Ciao amore mio, per sempre insieme»

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/21-10-2024/simone-farinelli-travolto-dalla-piena-del-torrente-500.jpg Simone Farinelli, travolto dalla piena del torrente


Bologna - Nella foto che pubblichiamo Simone è a destra, a sinistra il fratello Andrea. 
«Ciao amore mio...Sempre insieme fino alla fine». Sono le parole scritte di getto su Facebook (e visibili solo agli amici) dal padre di Simone Farinelli, il cardiologo Antonio Farinelli, dirigente medico all'ospedale di Esine, in Valcamonica. La peggior notizia che un genitore può ricevere nella sua sua vita l'ha appresa a mezzogiorno di domenica. La sera prima i suoi due figli, Simone (il secondogenito) e Andrea, dopo la cena a casa del compagno della madre a Botteghino di Zocca, stavano rientrando a casa a Ozzano dell'Emilia, nel Bolognese, quando la loro auto è stata travolta dalla piena del rio Caurinzano. Alla guida della Yaris c'era Andrea, che è riuscito ad uscire dal finestrino ma ha cercato in tutti i modi di salvare suo fratello. «L'ho tenuto finché ho potuto, ma a un certo punto... a un certo punto ho perso la presa» ha raccontato a Federica Nannetti del Corriere di Bologna. Simone ed Andrea hanno trascorso la loro infanzia a Niardo, piccolo paese della Valcamonica dove il padre si era trasferito da Rieti per lavorare come cardiologo all'ospedale di Esine. Dopo la seperazione dei genitori i ragazzi avevano deciso di stare con la madre in Emilia ma tornavano spesso e volentieri in Valcamonica. Simone, neodiplomato al liceo artistico, avrebbe dovuto iniziare il primo anno dell'accademia di Belle Arti a Bologna. Era nato nel 2004 proprio a Esine, in valle ha frequentato tutte le elementari ed in modo assiduo anche l'oratorio, dove viene ricordato con grande affetto. Sulla bacheca Facebook di papà Antonio tante le foto con i figli e con Simone. Ritratti di un bambino e poi di un ragazzo sorridente, fotogrammi di una vita troppo breve. «A nome dell'amministrazione comunale e mio personale intendo esprimere il più sincero cordoglio alla famiglia per la scomparsa di Simone. Una grave perdita per tutti che lascia un profondo vuoto nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto e amato» scrive il sindaco di Niardo Ivan Markus. 

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Simone e Andrea erano a bordo di una Toyota Yaris bianca, quando l'acqua li ha sorpresi e ha portato via il fratello più giovane, che era nato a Esine nel Bresciano, ma da qualche tempo abitava con la mamma di 49 anni e il fratello, nato a Roma, nel Bolognese. Il padre del ragazzo, invece, è il cardiologo Antonio Farinelli, dirigente medico di cardiologia dell'ospedale di Esine, nel Bresciano, dov'è nato Simone e dove il ragazzo abitava prima di trasferirsi nel Bolognese con la mamma e il fratello.

Mentre il fratello è riuscito a liberarsi e uscire dall'abitacolo mettendosi in salvo, il ventenne non ce l'ha fatta. Il suo corpo è stato ritrovato ieri mattina, domenica 20 ottobre, dall'elicottero dei vigili del fuoco che stava perlustrando la zona. Il fratello, da quanto si è saputo, ha trascorso invece la notte insieme ad altri sfollati nella palestra di Pianoro.

La morte di Simone Farinelli e il racconto del fratello
"L'ho tenuto fino a che ho potuto, ma a un certo punto ho perso la presa. E non l'ho più sentito", racconta il fratello Andrea al Corriere della Sera. "Saranno state le nove e mezza circa, stavamo tornando a casa. Ho visto passare un'altra auto, addirittura più piccola della nostra, e mi sono detto: 'Ce la facciamo anche noi'...". E invece "fino a quel momento nessun problema. Forse sarebbe bastato un metro più avanti e saremmo stati salvi, ma un'onda d'acqua improvvisa è arrivata giù dalla collina. E ci ha portato via". I due fratelli hanno provato a uscire dall'auto, anche se Andrea non ricorda tutto con precisione: "Ero nel panico ed è successo tutto molto in fretta. Ho tirato giù il finestrino, sono riuscito a uscire della macchina, a tirarmi su aiutandomi con lo specchietto e ad afferrare mio fratello. L'ho tenuto fino a che ho potuto, aggrappato a mia volta a qualcosa di robusto, ma a un certo punto ho perso la presa e non l'ho più sentito".


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