Gli ispettori del ministero e la catena del freddo, l’Aifa aspetta solo il loro sì per sbloccare i lotti
di Redazione

Ragusa – Giornate intense in Sicilia sul fronte Covid: prima la notizia di un nuovo decesso post vaccino a Licata, anche se Pfizer e a quasi un mese di distanza, di un operatore sanitario 50enne che faceva uso di altri farmaci; poi il blocco di ogni lotto Astrazeneca, deciso per precauzione dall’Aifa in tutta Italia dopo le inchieste sulle controindicazioni partite per prime sull’Isola. Gli ispettori inviati dal ministero della Salute per far luce sulla morte del marinaio Stefano Paternò, si stanno concentrando sui passaggi dell’intera “filiera”: dalla conservazione del vaccino Astrazeneca nell’hub dell’ospedale Umberto I di Siracusa, la struttura in cui si conservano i vaccini destinati a tutta la provincia; al trasferimento delle fiale nella base militare di Augusta, dov’è stata praticata la somministrazione. A quanto pare, però, non hanno riscontrato alcuna anomalia. I Nas hanno sequestrato inoltre il tampone negativo fatto alla vittima e il flacone di tachipirina utilizzata per la febbre alta, scoppiata a casa dopo qualche ora. L’autopsia non ha fornito risultati rilevanti per stabilire un’ipotetica relazione con l’iniezione: si spera che gli esami istologici e tossicologici – attesi in una ventina di giorni -possano far emergere la verità, per cui si sta battendo la moglie con i suoi legali. Intanto la Procura ha autorizzato la sepoltura del sottoufficiale, domani nel Duomo di Catania le esequie, alla presenza dei vertici della Marina.
Resta invece grave al Sant’Elia di Caltanissetta, dov’è stata operata d’urgenza, la docente 37enne di Gela che il primo marzo aveva ricevuto Astrazeneca e domenica ha avuto un’improvvisa emorragia cerebrale. Anche qui i carabinieri hanno aperto un’inchiesta e sequestrato le cartelle cliniche, tuttavia le due settimane intercorse dall’evento avverso, come nel caso di Licata e del poliziotto Villa, sono un elemento che scagionerebbe i sieri: se innescano un effetto collaterale, in genere si tratta di uno choc anafilattico che sopraggiunge nei primi minuti (motivo per cui si resta brevemente in osservazione dopo l’iniezione) e comunque difficilmente malori tanto gravi si verificano oltre qualche giorno dalla puntura. A Stefano Paternò è bastata invece mezza giornata perché le condizioni di salute precipitassero. E’ un momento cruciale per il piano vaccinale del Paese: è chiaro che, recepite le rassicurazioni d’obbligo della casa madre, adesso l’Agenzia italiana del farmaco sta aspettando solo i riscontri sui casi di questi giorni per riprendere la campagna con Astrazeneca. E lo stesso sta avvenendo in diversi paesi Ue, che fanno i conti con i loro morti e presto condivideranno con le nostre autorità sanitarie le loro risultanze. L’assessore Razza non ha potuto che adeguarsi: “In Sicilia sono stati vaccinati 115mila siciliani con le dosi Astrazeneca – ha detto firmando il loro ritiro -, dev’essere chiaro anzitutto a loro che le evidenze scientifiche indicano che il vaccino è sicuro”.
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