Cronaca
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24/11/2020 09:52

«Sono prigioniero in casa», invalido da un mese in attesa di tampone

Una storia emblematica del caos che regna nella nostra sanità

di Redazione

«Sono prigioniero in casa», invalido da un mese in attesa di tampone
«Sono prigioniero in casa», invalido da un mese in attesa di tampone

 Teramo – Una delle storie più emblematiche della disorganizzazione che impera nel sistema sanitario italiano, viene dall’Abruzzo, dove un 70enne di Silvi invalido totale, con seri problemi polmonari pregressi, si è messo diligentemente in auto isolamento quando ha scoperto che un suo amico aveva contratto il Covid-19. Una settimana dopo i primi sintomi per lui e la sorella, conviventi nella stessa casa. Chiamano il medico di famiglia chiedendo il tampone. Le condizioni peggiorano e non arriva nessuno.

Passano i giorni e gli anziani fanno altre inutili telefonate, anche “più volte al giorno ad Asl, medico e 118, senza risultato – racconta oggi al Messaggero il nipote, che ha chiesto di restare anonimo –. Il 31 ottobre abbiamo chiamato una clinica privata e al costo di 160 hanno fatto il tampone a domicilio», risultando entrambi positivi. La donna è peggiorata ed è stata ricoverata a Giulianova ma, visto che il fratello è ancora chiuso in casa in attesa del secondo tampone, “ci hanno chiamato sabato per avvisarci che non può tornare a casa ed è costretta ad occupare un letto in ospedale, che in questo momento potrebbe servire ad un altro paziente”. Oggi è pure il compleanno dello zio disabile, e lo sta “festeggiando” con questo post-it diffuso dal quotidiano. Vedremo se, dopo la denuncia sui media, si muoverà qualcuno.