Cronaca
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08/12/2020 16:06

Venezia senza Mose finisce sott’acqua

Previsioni sbagliate sulla marea: il sistema anti-allagamenti non è stato attivato

di Redazione

Venezia senza Mose finisce sott'acqua
Venezia senza Mose finisce sott'acqua

Venezia – Come Atlantide, sott’acqua. Il maltempo alza la marea a Venezia. E la città finisce sott’acqua. Se fino a questa mattina l’acqua alta a Venezia aveva toccato una massima di 122 centimetri, con parte della città allagata, subito dopo l’ora di pranzo il Centro maree del Comune ha rivisto le previsioni al rialzo annunciando un prossimo massimo di 145 cm alle 16.40 di oggi a causa del rinforzo anomalo del vento di bora. Per la città di Chioggia si prevedono circa 10cm in più.

“La situazione è terribile, siamo sotto l’acqua in maniera drammatica” dice Carlo Alberto Tessein, procuratore della Basilica di San Marco. “Il nartece è completamente allagato – spiega, raccontando i danni nell’edificio sacro – e se il livello sale ancora andranno sotto anche le cappelle interne”.

Proprio per le precedenti previsioni, il sistema Mose non è stato attivato. Ed è subito polemica: “Perché oggi il Mose non è stato azionato? – chiede Cinzia Zincone, a capo del Provveditorato alle opere pubbliche del Nordest – Siamo in una fase sperimentale, nella quale si alza quando c’è una previsione di 130 centimetri: l’allerta viene data 48 ore prima, per permettere non solo di emettere le ordinanze per la navigazione ma anche per convocare le squadre operative”.

“Nonostante a Venezia si parli di ‘strucare el boton’ (pigiare il bottone), in realtà l’operazione nasce con molto anticipo e va preparata – sottolinea -. Fino a questa mattina le previsioni non arrivavano a 130, e quando sono cambiate si era fuori tempo massimo. Si prevede che possano esserci margini di errore, ma non così ravvicinato”. Zincone afferma di augurarsi due cose: “la prima è che il vento, cioè l’elemento più imponderabile e fantasioso del mondo meteoreologico, spinga le acque fuori della laguna e faccia quello che oggi noi non siamo stati in grado di fare -conclude -. La seconda è che si riesca a fare tesoro anche di questa esperienza per aggiornare le procedure in modo da adattarle anche a situazioni come questa, di improvviso peggioramento”.