Cultura Musica siciliana in lutto

BriganTony, ci mancherà l’uomo in blues

Spazzatura, musica da villani. E vabbè. Villani dentro, ma per noi era poesia. Pura poesia

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/23-07-2022/brigantony-ci-manchera-l-uomo-in-blues-500.jpg BriganTony, ci mancherà l’uomo in blues


Ho sempre apprezzato prima il musicista, e poi l'artista. L'uomo in blues, e poi il cantante. Noi che avevamo e abbiamo ancora il naso fino (tradotto dal dialetto siciliano), lo ascoltavamo in macchina a vetri chiusi, d'estate e d'inverno, per non farci sentire dagli altri. Di nascosto, è vero. Quasi provando disagio per le sue macchiette, per i suoi testi a tratti spinti, diretti, ma di millemila e divertenti suoni e colori, che a dire di molti erano trash. Spazzatura, musica da villani. E vabbè. Villani dentro, ma per noi era poesia. Pura poesia.

Altissima poesia.

Ci sono alcune ballate di Brigantony che hanno fatto la storia della musica, della nostra musica, quella che non scorderemo più, mai più: “Fattilla mettiri ‘ndo discu”, ad esempio. In quella canzone c’è lo strazio di una coppia che giunge al capolinea per colpa del successo. C’è il tema dell’abbandono, di un rapporto d’amore spezzato, reciso da una dolorosa rassegnazione con l’augurio di una vita felice e beata, però: fattilla mettiri ‘ndo discu, appunto, addio. Dove l’uomo invita la sua donna a seguire il suo percorso artistico, dove guadagnerà così tanti soldi per comprare anche un villino, mentre lui l’attenderà a casa per poi “calàrici, eventualmente ‘u raminu!"

Poesia, che vi avevo detto.

Unni ta’ fai” è un blues che narra la storia di un giovanotto che nell’attesa della sua ragazza in ritardo all’appuntamento, tra un gelato e uno sbuffo d’impazienza e l’altro, riflette sullo stile di vita della donna che spende tanti soldi senza lavorare, per poi comprendere, finalmente, con un lampo che di genio ha poco e nulla, da dove la fidanzata pigliasse il denaro. E qui il maestro utilizza una espressione tipica catanese per definire e chiudere allo stesso tempo la partita: me la sono squarata unni ‘uschi a Jurnata! Squarare, capire, quale fosse il vero impiego della fidanzatina che, grazie alla sua avvenenza, alla sua sconfinata bellezza, guadagnerebbe soldi anche sulla luna: bellu misteri ormai t’imparasti …

Le canzoni di Brigantony non si possono raccontare a parole. Viene difficile anche a chi scrive che conosce ogni singola nota e declinazione ritmica dei brani. Brigantony si ascolta. E si canta, soprattutto.

Il successo di Julio Iglesias non passò certamente inosservato a Catania: Manuela, Pensami, Se mi lasci non vale. Successi planetari, è vero. E il maestro non stampa un disco medley sulle basi di quei tre tormentoni, raccontando le disavventure di una coppia che fa tanti sacrifici per arrivare al matrimonio? Vi consiglio di non ascoltare questa meraviglia, perché, a musica spenta, uscirete fuori con un’unica determinazione: è meglio dell’originale! Carmela (Manuela) è l’inizio della storia d’amore con una ragazza semplice, bella e fin troppo in carne per l’autore; Pensici (Pensami) l’invito ad affidarsi a un dottore giapponese che farebbe miracoli estetici, e poi via alle nozze; Si futteru ‘u rináli (Se mi lasci non vale), dove la coppia finalmente si sposa, ma al rientro dal viaggio di nozze trova l’amara sorpresa di aver subito un furto in casa). Da cantare e ridere a ogni strofa.

Brigantony era fatto così. Si cantava, si rideva con le sue canzoni. Non tutta la sua carriera è stata tutttavia un successo, ci mancherebbe, ma una buona doppia dozzina di brani è rimasta nelle memorie musicali dei siciliani, degna, poi, d’essere tramandata.
Le cassette di Brigantony non si duplicavano: si compravano alle bancarelle, rigorosamente in originale. Era un codice di rispetto verso l’autore, non scritto, è vero, ma stava alla base del successo del Maestro catanese.

Ancora oggi, quando qualche malcapitata turista ci chiede informazioni in lingua straniera, una sola domanda ci esplode in testa: chi ‘ssi francisa? Nella speranza di ricevere come risposta: oui oui! E sorridere pensando alla scenetta di Carmelo che se l’era caliáta dal lavoro per andare in motocicletta a Taormina e tornare a Catania a piedi: Carmelo, francisa è!

Grazie, maestro.


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