Avola - Dopo un secolo torna il rum siciliano. Del resto, non è la prima volta che l’Isola viene associata anche climaticamente ai Caraibi: solo che qui non si tratta di un cambio di colture dovuto ai cambiamenti in atto ma della riscoperta di un’antichissima tradizione, giacché la canna del liquore caraibico giunse in Sicilia con gli arabi già nell'800 e qui trovò per secoli un utilizzo redditizio come fonte di zucchero. La concorrenza della barbabietola e dell’industria su larga scala portarono, verso il 1600, alla scomparsa di questa produzione. Tranne ad Avola, in provincia di Siracusa, dov’è rimasto un piccolo appezzamento su cui sta investendo Corrado Bellia, direttore del Consorzio Mandorla.
«Quando la canna da zucchero perse valore come coltivazione - spiega al Sole 24 Ore Mattia Cilia, consulente del progetto e titolare della Mixology Living Room Academy di Ragusa - qualcuno cominciò a distillarne il succo e la pratica, nota a livello locale, andò avanti fino al 1930. Oggi abbiamo circa tre ettari in produzione per un quantitativo davvero modesto, appena 200 bottiglie, ma l'idea è quella di crescere. È presto per ragionare in termini di business – conclude–. Al momento è più la testimonianza di una storia passata». Ma che, lentamente, potrebbe tornare a vivere.