Cultura
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24/10/2021 09:44

Don Antonino Lo Monachello e la cona perduta

Don Antonino Lo Monachello, un giovane pittore/scultore nato a Noto intorno al 1515 e operante non solo a Noto ma anche a Scicli

di Un Uomo Libero.

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Don Antonino Lo Monachello e la cona perduta
Don Antonino Lo Monachello e la cona perduta

 Il 3 marzo 1550, indizione ottava, davanti al mag/co Antonino de Pistone, a Michele Cheuma e ai due fratelli Militello Antonino e Paulo in qualità di testi, il notaio in un suo rogito fa la storia di una cona destinata all’altare maggiore della chiesa di S. Maria della Pietà di Scicli, voluta dalla confraternita.

E’ presente, oltre al rev/do Antonino Lo Monachello, il maestro Antonino Tranchitta di Noto, artista scelto per l’esecuzione dell’opera il cui contratto, contenente termini, modi di pagamento e di esecuzione, era stato già sottoscritto tra il reverendo e la Confraternita presso il notaio Antonino Militello in una data antecedente al 1550, com’è facile intuire considerando i tempi necessari per la scultura di figure di “menzu relevu” e la loro successiva pittura.

ipse mag/r antoninus (Trankitta, ndt) uti pittor promisset qonstruere pingire et facere quamdam conam cum aliquibus jnmaginibus di relievo o relevo qonfratribus qonfraternitatis Sante Marie de Pietate in ditta ecclesia terre xiclj jn cappella altaris majoris ad perfettionem cuius expeditionem ipsius opus erat sculpire aliquas jnmagines di menzo relevo de legnaminibus et similiter plaustra et alia necessaria lignaminum … promissa et alia … virtute qontrattus stipulati in attis egregij not/ antoninj militello …supradittus relatio habeatur

Appaltante dell’opera era stato don Antonino Lo Monachello, un giovane pittore/scultore nato a Noto intorno al 1515 e, a quanto pare, stabilmente operante non solo a Noto ma anche a Scicli.

Ma Antonino Lo Monachello si era già impegnato con i procuratori della chiesa del SS. Crocifisso di Noto a eseguire una “icona” in legno per l’altare maggiore della chiesa.

Con molta probabilità le committenze delle due cone, sia quella di Noto sia quella di Scicli, furono contemporanee e non escludo che la loro esecuzione fosse stata affidata allo stesso artista in un clima di grande emulazione come spesso succedeva a quel tempo.

Da qui la necessità per il Nostro di ricorrere ad Antonino Tranchitta, artista del legno e pittore di fiducia, per l’esecuzione della cona sciclitana.

A Tranchitta bisognava fornire oltre alla materia prima, il legno in questo caso, gli utensili per lavorare e un carro per trasportare i pezzi lavorati o ancora da lavorare.

Antonino Tranchitta eseguì l’opera senza ricevere da Lo Monachello il becco di un quattrino.

Era normale non pagare il lavoro prima del suo collaudo.

Sempre in questo stesso atto, infatti, erano nominati due esperti scultori e pittori per valutare l’opera realizzata, tenendo presente il capitolato già inserito nel precedente contratto redatto dal notaio Militello, oggi purtroppo perduto.

I periti scelti da Lo Monachello d’accordo col Tranchitta furono due artisti abbastanza autorevoli, il maestro Marco Di Federico di Noto e Antonino De Culmi aliter maltese di Siracusa. I periti approvarono il lavoro stimandolo in onze trentasei.

In presenza di due testimoni, il sacerdote Carlo La Licata e il maestro Jacopo Mirabellis, il notaio redasse, dunque, regolare verbale della stima.

“Mag/rj marcus de federico civis civitatis notj ant/nus de culmi aliter maltisj civis civitatis syracusarum mag/rj scultores lignaminum elett/ ipsorum predit/ ven/ ant/num lo monachello et mag/rum ant/num trankitta de omni partium voluntate ad opponendum opera fatta et sculpita predit/ ven/ jn cona Sante marie de pietate terre xichilj qonsiderans qonsiderandis debito prius jn re dit/ scultoribus de ritu rette terminum datum justiciam arbitrando et indicando ditta opera sculpita cum juramento reniterunt mihi jnfra/to not/ jn presentia dit/ ven/ et dit/ mag/ri ant/ninj tranchitta terminum eorum judicium videre arbitratum ditta scultura fore et esse pretij untiarum trigintasex  p.g. cum de mandato et voluntate dittorum ven/ et ditt/ mag/rj ant/ninj fatta est presens nota suis loco tempore valitura juraverunt.

testes: ven/ donnus carolus la licata et mag/ro Jacobo mirabellis.”

Il documento, rinvenuto presso l’Archivio di Stato di Ragusa, sezione di Modica, modifica sensibilmente le attuali conoscenze storiche circa la presenza del giovane artista netino don Antonino Lo Monachello a Scicli.

Si pensava, infatti, che la committenza del “sepolcro”, con cui la confraternita di Santa Maria La Nova incaricava nel 1564 Lo Monachello e di cui rimangono purtroppo solo due statue e cioè la Vergine Addolorata e il Cristo morto, fosse un incarico isolato e unico.

Come ora testimoniano le carte d’archivio, il rapporto che legò l’artista netino alla Confraternita di Santa Maria La Nova fu antico e di sperimentata fiducia, se a distanza di circa quindici anni la Confraternita si rivolgeva allo stesso soggetto per la realizzazione di un’altra opera impegnativa.

Resta in tutta questa vicenda un grosso interrogativo: che fine fece la grande cona lignea fatta eseguire da Lo Monachello?

Carioti la ignora letteralmente nelle sue “Notizie storiche della città di Scicli” riferendo che

sino al 1693 …chiudeva egli (il cappellone, ndt) una alta tela, in cui si esprimeva il natale della Vergine Santissima sì bene ideata colla tanta pluralità de’ personaggi e sì ben concertata da quel gran pittore Filippo Paladino…

Forse il legno, impiegato nella costruzione della cona, non aveva resistito alle ingiurie del tempo, se i confrati avevano deciso di sostituire la cona con una grande tela del Paladini.

La memoria di quest’opera d’arte, presente a Scicli nella prima metà del Cinquecento, oggi fortunatamente recuperata, aggiunge una tessera nuova al mosaico incompleto della storia sciclitana.

Crediti

Archivio di Stato di Ragusa, sezione di Modica, fondo notai di Scicli.

Carioti A, Notizie storiche della città di Scicli, edizione del testo, introduzione e annotazioni a cura di Michele Cataudella, Ediz. Comune di Scicli, Scicli 1994

Dizionario Netino di scienze lettere ed arti, II edizione riveduta e aggiornata, Istituto per lo studio e la valorizzazione di Noto e delle sue antichità, aprile 2013, Biblioteca Comunale di Noto

Un Uomo libero, “Antonino Lo Monachello, artista e contemplativo” in ragusanews.com, 14.4.2020

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