Sua Santità Benedetto Decimo Sesto ci accolse. Aprì la cartella in cui c’era Cristo Crocifisso.
Giallo, luminoso, con le braccia che librano in aria.
di Giuseppe Savà


Castel Gandolfo – “Cosa regaliamo al Papa?”
La domanda del sindaco di Scicli Giovanni Venticinque mi inchiodò al muro.
Due mesi prima, per i 60 anni di sacerdozio di Joseph Ratzinger, Sua Santità aveva chiesto che tra i 60 quadri di una mostra in suo onore in Vaticano -un quadro per un anno, un quadro per un anno- ci fosse un’opera di Piero Guccione. Era stato accontentato.
“Gli regaliamo un quadro di Piero a nome della comunità di Scicli”, risposi al mio sindaco.
Andammo da Piero, nella della campagna di Quartarella, ci promise che in due mesi avrebbe ultimato un d’apres da Velasquez, una crocifissione. Il 3 agosto 2011 Sua Santità Benedetto Decimo Sesto ci accolse.
Aprì la cartella in cui c’era Cristo Crocifisso.
Giallo, luminoso, con le braccia che librano in aria.
Ricordo il suo stupore, di persona autorevole e timidissima, la sua meraviglia. Eccola in queste foto.
In copertina, Giovanni Venticinque e Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo. A seguire, Piero Guccione e Giovanni Venticinque nella casa di Quartarella di Piero.
Infine, la crocifissione da Velasquez donata da Guccione alla città di Scicli e consegnata a Benedetto XVI.
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