Il modicano Giovan Battista Salemi e il Sovrano ordine Militare di Malta
Cultura
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28/01/2023 23:19

Il modicano Giovan Battista Salemi e il Sovrano ordine Militare di Malta

Una breve pagina del professore Paolo Nifosì che può contribuire alla conoscenza della storia di Pozzallo, e della storia di una famiglia dell’aristocrazia modicana

di Redazione

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Il modicano Giovan Battista Salemi e il Sovrano ordine Militare di Malta
Il modicano Giovan Battista Salemi e il Sovrano ordine Militare di Malta

Pozzallo – Siamo nel 1639.
Giovan Battista Salemi, appartenente da una delle famiglie aristocratiche di Modica, volendo acquisire il titolo di Cavaliere del Sovrano Ordine di Malta per lui per suo nipote Diego Lorefice avanza richiesta al eccellentissimo sig. della Veneranda Lingua d’Italia.
Il Salemi ha quarantacinque anni, mentre il nipote ha appena sette anni. Il Salemi si presenta mettendo in evidenza “che da moltissimi anni in qua ( i Salemi) siano stimati in detta città di Modica esser nobili e come tali hanno concorso in essa nelli primi offici della città”.

L’esponente nel caso in cui la richiesta venisse accolta come contropartita si impegna a fondare una Commenda “in questa veneranda lingua per lo stato di signori fra Cavalieri” e sempre come contropartita darà cento salme di terre ”che tiene alla spiaggia e marina dello Pozzallo chiamato allo scaro” che sarà utile all’Ordine Gerosolomitano “per l’imbarchi che in esso si fanno”, terreni che al momento il Salemi da in affitto e che rendono all’esponente scuti trecento ogni anno in circa, gravati dal pagamento di tarì sei di censo perpetuo al Signor Almirante e Conte del contado di Modica, diretto proprietario. Se dovesse essere accettata l’offerta da parte della Venerabile Lingua l’esponente, inoltre, si impegna a di fare piantare una vigna di quarantamila vitigni, la quale a suo tempo renderà altro tanto reddito dopo tre anni dell’aver piantato le viti. Inoltre il Salemi si impegna a costruire una chiesa dedicata a San Giovanni Battista impegnandosi anche a costituire una rendita di venti scudi l’anno come patrimonio della commenda. Il Salemi durante la sua vita si terrebbe l’usufrutto, sul quale usufrutto passerebbe dopo la sua morte a suo nipote.

Il Salemi e il suo nipote durante la loro vita s’impegnano ogni anno a pagare scuti quindici di moneta di Sicilia “in recognizione al comun thesoro di essa Sacra Religione” e che essendo stipulata e accettata la donatione, possa l’esponente e suo nipote portar la croce d’oro .. “ con che la Veneranda Lingua habbia lei(?) a provare la confirmatione della Santa Sede Apostolica come anco del consenso del Signor Conte di Modica e ottenendo l’esponente questa supplica resterà obbligatissimo a pregare a sua divina Maestà per l’aumento della Santa Religione…”. Infine il Salemi nomina il sacerdote don Giuseppe de Curtis della stessa città di Modica quale suo procuratore in “ inespugnabili civitate Melite” per presentare il memoriale suddetto e per seguire le procedure relative alla richiesta presso gli ufficiali e presso i ministri della Venerabile Lingua d’Italia e presso quanti spetta la decisione e dopo che costoro prenderanno le informazioni necessarie riguardanti la condotta dei due richiedenti portare a termine il procedimento relativo ad ottenere il cavalierato. 

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