Cultura
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31/12/2022 17:59

Joseph Ratzinger, un teologo e il suo tempo

Capiremo davvero il pensiero di Joseph Ratzinger e l’importanza della sua testimonianza negli anni che verranno

di Un Uomo Libero.

Joseph Ratzinger, un teologo e il suo tempo
Joseph Ratzinger, un teologo e il suo tempo

Città del Vaticano – Mi trovavo a Madrid quando improvvisamente una mattina il normale palinsesto del “canale uno” di Televisione spagnola fu stravolto per un annuncio epocale: le dimissioni di Benedetto XVI.

Ero con amici, ricordo, e mi fermai ad ascoltare insieme a loro con sorpresa e stupore tutti i particolari della notizia al televisore del primo locale pubblico di una centralissima via della città.

Di quel giorno mi sono solo rimasti il volto affaticato di Joseph Ratzinger/Papa Benedetto XVI e la malinconia di un papato finito certo in un modo poco “canonico”. Null’altro. Di tutte le chiacchiere e le congetture, scatenate da questo gesto epocale e altamente simbolico, neppure un ricordo.

Non sono mai stato in passato un grande estimatore del Cardinale Ratzinger, Prefetto per ben ventiquattro anni del Dicastero per la Dottrina della Fede (ex Sant’Uffizio). Tuttavia la sua enorme cultura, la sua profonda conoscenza della Teologia Dogmatica di cui è stato uno dei più grandi e importanti docenti del nostro tempo mi hanno riconciliato con l’altro uomo, apparentemente più conosciuto e noto alla stampa e ai Media, algido, compassato, formale.

Più tardi ho imparato a valutare diversamente le apparenze, a frequentare i suoi scritti ad apprezzarne il pensiero e la profondità della fede. Ho ammirato la riservatezza con la quale amministrava il suo tempo.

Oggi che Joseph Ratzinger non è più perché alle ore 9,30 di quest’ultima mattina del 2022 è volato in cielo, prostrato già ai piedi del suo “Giudice ultimo”, la sua assenza produce in me sgomento e dolore, sentimenti tristi di chi sa di essere rimasto colpito da una grave perdita.

Le importanti e proficue frequentazioni con spiriti eccelsi del Novecento quali furono Hans Küng, Hans Urs von Balthasar, autentici mostri sacri del pensiero contemporaneo, hanno fatto di lui l’ultimo “intellettuale” superstite, il valoroso difensore di una chiesa stretta nella morsa del relativismo, inquinata da un neo modernismo esuberante veicolato fin nelle segrete stanze vaticane da un Concilio Vaticano II a sua insaputa, spesso frainteso e poco meditato.

Capiremo davvero il pensiero di Joseph Ratzinger e l’importanza della sua testimonianza negli anni che verranno, come sempre accade al genio, incompreso dalla mediocrità dei suoi contemporanei.

Capiremo meglio il suo pontificato fra alcuni anni quando sarà più palese e scoperta l’azione salvifica dello Spirito Santo che sempre, senza sosta, guida la Chiesa scrivendo diritto sulle linee storte della storia.

E chissà che in tanti non pronunceranno allora quel “mea culpa” che oggi scarse volte ha accompagnato e consolato le malinconie di Benedetto, ultimo umile contemplativo, servo nella vigna del Signore, travolto dall’immanenza che per tutta una vita cercò di superare con lo stoicismo della sua fede.

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