Federico strizzò un occhio, fece il segno di “Ok” con la mano destra, e diede a Paolo la sua benedizione a quel sentimento
di Giuseppe Savà
Roma – Era il maggio del 1992 e da nove mesi Paolo e Raffaella, compagni di liceo, avevano lasciato la Sicilia per trasferirsi a Roma. Appena diciannovenni si erano iscritti lui in Lettere, lei in Economia. Paolo sin dalle superiori era innamorato di lei e lei fingeva di non essersene mai accorta. Quell’amore mai dichiarato non era corrisposto, e così i due vivevano la loro amicizia fatta di telefonate sciogli-ansia prima degli esami, di passeggiate serali a piazza Navona, dopo la sessione.
Quel pomeriggio di tarda primavera decisero di lasciare i gradini di Piazza di Spagna, dove prendevano il solito nocciola e cioccolato, godendo lo spettacolo di via dei Condotti dall’alto, e inforcarono via Margutta, la strada dei pittori. Raffaella fu rapita da un quadro che un pittore aveva esposto fuori, ma capovolto. Era una marina. Chinò le spalle, si mise a testa in giù e chiese a Paolo: “Ti piace? Sembra Donnalucata!” Paolo non era convinto della somiglianza del quadro con i luoghi dell’adolescenza, ma, pur di compiacerla, avrebbe detto che era meglio di un Picasso. Anch’egli si chinò, mettendosi appena dietro di lei, a testa in giù, per osservare l’olio.
Pochi istanti, e Paolo sentì dietro di sé una presenza. Un uomo anziano, con cappello e occhiali, aveva assistito alla scena, e mentre rincasava aveva scrutato i due amici, intuendo tutto di loro due. Paolo, ancora chino dietro Raffaella, alzò lo sguardo e vide gli occhi sornioni e paterni di Federico Fellini che incombevano su di lui. Fellini imitava il gesto di osservare a testa in giù diventando il terzo spettatore del quadro, in fila rispetto ai due amici. Paolo ebbe un brivido, ma appena tentò di fiatare Fellini lo fermò con una carezza sulla spalla. Federico strizzò un occhio, fece il segno di “Ok” con la mano destra, e diede a Paolo la sua benedizione a quel sentimento.
Riguadagnò la strada, al civico 110 aprì il portoncino e si dileguò a casa come un fantasma. Raffaella non si era accorta di nulla. Rialzatasi guardò in viso Paolo e lo trovò frastornato: “Che ti è successo?” “Niente, è passato Federico Fellini, e mi ha detto che saremmo una bella coppia”. “Smettila, cretino. Mi prendi sempre in giro”.
— A sinistra, Federico Fellini, a destra via Margutta 110, la casa di Fellini e Giulietta Masina.
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