Attualità
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21/07/2007 00:00

Cura dimagrante all’Ato idrico Spese ridotte di 200 mila euro

di Redazione

L’assemblea dei soci dell’Ato idrico non fa in tempo a disporre l’annullamento della gara per la scelta del partner privato, ma in compenso riesce ad approvare il bilancio 2007 e, nello stesso tempo, a disporre una sostanziosa “cura dimagrante” delle spese di gestione. Questa la cronaca della riunione di ieri mattina nell’aula consiliare della Provincia, presieduta dall’assessore Salvo Mallia.
La richiesta di tagli alle spese era venuta dagli amministratori locali del centrosinistra di Comiso, Vittoria e Scicli, trovando il consenso anche dei rappresentanti degli enti governati dal centrodestra. Si era pertanto deciso di predisporre un emendamento al bilancio, ma al momento di votare gli amministratori del centrosinistra si sono espressi contro.
I tagli riguardano le spese relative ai beni della provincia, scese da 90 mila euro a 20 mila; quelle per i professionisti ridotte drasticamente da 230 mila euro a 100 mila. Mentre sul compenso del dirigente dell’Ato idrico Francesco Frasca era stato proposto di equiparare il compenso a quello del direttore generale del Comune capoluogo, pari a 96 mila euro, ma i soci del centrosinistra hanno chiesto ed ottenuto il rinvio del punto per potere approfondire lo schema di contratto.
Sempre ieri mattina, intanto, il Forum provinciale dei movimenti per l’acqua ha presentato nella sede della Cgil il dossier sull’intricata vicenda legata alla gestione dell’acqua. In un unico volume la storia dai primi atti procedurali fino a luglio 2007. «Un documento – spiega Barbara Grimaudo, componente del Forum – indispensabile per ricostruire un’avventura che non si è ancora conclusa». Le discussioni nei tavoli provinciali, infatti, non hanno ancora dissipato dubbi e polemiche. «È giusto dire ai cittadini – ha affermato Tommaso Fonte, segretario generale della Cgil – che hanno corso il rischio di vedere mercificare un bene pubblico indispensabile come l’acqua. Per chiarire ogni dubbio, riteniamo giusto attribuire la quasi certa perdita dei finanziamenti comunitari per l’adeguamento delle reti idriche esclusivamente all’inefficienza dei nostri amministratori e non certo alle nostre legittime e condivise battaglie».