Cultura
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16/07/2008 09:39

Da Torino a Ispica: Sicilia barocca, interno familiare

di Redazione

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Ieri sera quando sono andata a dormire sorridevo, pensavo ad oggi a tutte le telefonate che riceverò durante il giorno, alla mia mamma che vorrà essere la prima a farmi gli auguri. Ed infatti, alle 7 precise mi telefona
– “Hey svegliati, sono mamma. Auguri!”
– “Lo sapevo che telefonavi! Grazie. Che peccato, neanche quest’anno potrò assistere alla festa… Tu andrai alla messa?”
– “Sì oggi c’è la messa, però la festa grande la faranno domenica”
– “Davvero? Ma allora questo significa che finalmente potrò vederla?”
– “Sì, faranno la processione domenica sera. Prima faranno la messa, poi spareranno i fuochi all’uscita, poi c’è la processione, e poi quando la rientrano spareranno i fuochi grandi”
– “Ho giusto il tempo di scendere dal treno e prepararmi. Cambiare vita ed iniziare con la benedizione della Madonna significa che allora dovevo proprio farlo!”
Come vi ho sempre scritto: io credo nella simbologia, nei segnali che la vita ci manda e che noi dobbiamo saper interpretare.

Il 16 luglio è la festa patronale del mio paese natio. E’ il giorno della Madonna del Carmine, a cui le bambine del mio paese sono state affidate alla nascita, tra cui me. I festeggiamenti in suo onore vengono vissuti da tutti gli abitanti con l’emozione di una festa nazionale. Ad Ispica io vivo un tipo di religiosità che non ho trovato in città, in tutto il nord. Da noi i preti e le monache vengono vissuti come persone comuni, con i pregi e difetti delle persone senza abito clericale. Non si crede all’onnipotenza della chiesa, ma si crede alla storia, alla tradizione, a quanto le singole chiese e le congregazioni di persone che ne fanno parte, hanno contribuito per la crescita del paese.  Probabilmente è per questo che io mi sento religiosa solo quando mi trovo giù in Sicilia. Solo qui vedo nelle persone una religiosità più autentica.

Sono nata in quella parte di Sicilia nota per le bellissime chiese costruite in stile Barocco Siciliano ed in stile Liberty. Io sono stata battezzata in quella che è la chiesa principale, la Chiesa Madre, che in realtà si chiama Chiesa di San Bartolomeo, ed è la stessa in cui si è sposata mia madre. Dista meno di 100 metri dalla casa in cui siamo nate. Una casa piccolissima, probabilmente costruita alla fine dell’800 dai miei bisnonni, e che si trova di fronte ad un piccolo castello chiamato Palazzo Bruno di Belmonte, di proprietà dei Conti Statella. I quali a metà ‘900 cedettero il castello al comune che qui vi fece la propria sede. 100 metri ricchi di storia, che mia madre da giovane non poteva percorrere da sola, ma solo in compagnia delle sue sorelle o di altro membro familiare. Il giorno del matrimonio mia madre uscì di casa in abito bianco, ed a braccetto di mio nonno percorse a piedi questa strada fino alla Chiesa Madre, dietro tutta la coda dei parenti, come fosse una processione. Probabilmente è accaduto lo stesso il giorno del mio battesimo. Le foto del matrimonio e del battesimo sono in bianco e nero, e c’è la stessa scena: sulla scalinata che conduce all’ingresso della chiesa sono allineati tutti i parenti, al centro la sposa e lo sposo, e quattro anni dopo al centro io in braccio ai miei genitori.

La Chiesa di San Bartolomeo custodisce la statua della Madonna dell’Assunta; si affaccia sulla piazza Regina Margherita, che è la più grande del paese. Alla sua sinistra parte una via e percorrendola tutta si incontrano altre due chiese. La prima è la Chiesa dell’Annunziata ed ha gli interni decorati di azzurro. E’ la prima cosa che senti dire dalle ragazze che si sposano in quella chiesa, per la magnificienza degli interni e dei colori che resteresti ore ad ammirare. Per non parlare della piazza che la precede, della grande scalinata sulla cui cima si erge in modo suggestiva la facciata principale della chiesa. Percorrendo ancora la strada si incontra una chiesa un pò più anonima, e quella della Madonna del Carmine, e credo che sia la chiesa più antica del paese, la cui costruzione dovrebbe essere antecedente il terremoto del 1693. Infatti, in tutta la Sicilia Orientale l’anno 1693 è vissuto come l’anno zero, l’anno in cui un potente terremoto distrusse buona parte delle abitazioni e la gente dovette ricostruire interi paesi. Fino a prima del 1693 gli abitanti di Ispica abitavano all’interno di una antichissima cava, dentro le grotte, è la famosa Cava d’Ispica, lunga una ventina di chilometri ed avente un altro ingresso a Modica (paese famoso per il suo buonissimo cioccolato). Dopo il terremoto la gente si trasferirì sulla collina ed iniziò a ricostruire il paese e lo fece in modo decisamente artistico.

Continuando a camminare si arriva alla fine del paese, si giunge al Convento del Carmine. E’ qui che è cresciuta mia madre, è qui che lei voleva che io crescessi. Anche in questo caso, come vi ho scritto sopra, il luogo religioso non è vissuto come luogo onnipotente della chiesa, ma come luogo importante per la funzione che svolge nel paese. Le suore del convento avevano una scuola di sartoria e ricamo, scuola che mia madre ha frequentato da bambina e fino a dopo sposata, fino a quando siamo stati costretti a venire a vivere al nord, in città. I miei primi anni di vita li ho trascorsi qui, in culla mentre mia mamma ricamava. Lei racconta sempre che gli anni che ha vissuto in convento sono stati i più felici della sua vita. La mattina si svegliava, sistemava casa, poi trascorreva tutto il pomeriggio a ricamare ed a giocare con le suore e le altre sartine. Il gioco preferito era la palla prigioniera, poi tornava a casa, preparava cena per quando arrivava papà, poi dopo cena tiravano il carrello del televisore fuori sul marciapiede. Eravamo gli unici a possederlo nella via, e tutto il vicinato veniva da noi portandosi dietro una sedia in legno per sedersi. Era un piccolo cinema casalingo.

Ritornando alla chiesa di San Bartolomeo ed alla piazza Regina Margherita, c’è una strada che parte al fondo della piazza e si dirige a destra, dopo un centinaio di metri si trova un’altra chiesa è la Chiesa di Santa Maria Maggiore. E’ semplicemente magnifica, nella cui piazza vi è il Loggione del Sinatra (vedi foto), un porticato ad archi molto suggestivo costruito apposta come ultima costruzione del paese perchè serviva ad ammirare il panorama: il mare. Se un giorno dovessi mai sposarmi con cerimonia religiosa lo farei solo in questa chiesa. Tutte le mie cugine si sono sposate qui, anche mio fratello maggiore.  All’interno di questa chiesa è custodita la scultura più importante del paese: il Cristo alla Colonna. Scultura che tutto l’anno è nascosta dietro ad un panno, e solo il giorno di Pasqua viene esposta e portata in processione. Rappresenta la scena in cui un Cristo scuro e legato alla croce viene frustato. Quando si è sposato mio fratello, poichè abitava a Torino, in onore del “forestiero” hanno tolto il panno e reso visibile il Cristo alla Colonna durante la cerimonia del matrimonio.

E’ molto suggestiva la processione di Pasqua e si svolge in questo modo. Verso le ore 12 il Cristo viene sceso dal suo altare e portato in processione per tutto il paese. Contemporaneamente dalla Chiesa di San Bartolomeo viene portata in processione la Madre, la statua della Madonna dell’Assunta. Le due statue percorrono due strade diverse seguite da una lunga coda di persone. Poi giungono su Corso Garibaldi (quello che conduce alla Chiesa Madre) e le statue sono in posizione opposta, alle due estremità del corso. Quando le statue di “vedono” la Madre inizia a correre incontro al Figlio ed il Figlio corre incontro alla Madre,  e lo stesso fanno le persone in processione. Nel momento dell’incontro simbolicamente Madre e Figlio si abbracciano e si baciano ed in cielo scoppiano i fuochi d’artificio.

Non è emozionante?

Nel mio paese natio, oltre a numerose scene del telefilm “Il Commissario Montalbano” sono stati  ambientati numerosi altri film, poi vi racconterò quali. Se cliccate QUI 1 e QUI 2 ci sono le fotografie di tutti i luoghi che vi ho nominato.

AmandaLove

pubblicato su La Stampa.it, http://amanda-diario.blog.lastampa.it/amandalove6/2008/07/sicilia-barocca.html