Economia
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30/03/2009 12:57

Decelerazione del credito, parla Bartolo Mililli

di Redazione

Il credito delle banche italiane ha decelerato nettamente; il rallentamento ha interessato tutte le categorie dei debitori. Al ristagno del credito contrinuisce anche una politica più cauta delle banche nella consessione dei prestiti a famiglie e imprese. E’ lo scenario descritto, in un  recente intervento, dal Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Secondo lo stesso Draghi “la maggiore cautela delle banche nell’erogazione di credito deriva dalle difficoltà sui mercati della provvista e del deterioramento del merito di credito della clientela. La recessione sta incidendo sulla qualità del credito; il rapporto tra nuove sofferenze e impeighi alle imprese è in rapido aumento:alla fine del 2008 ha raggiunto il 2 per cento, il valore più alto dal 1999”. 

“E’ essenziale che l’analisi delle condizioni del credito a livello locale- spiega  il dott. Bartolo Mililli, esperto in materia confidi- non sconfini in un ruolo di pressione sulle banche, che spinga invece ad alimetare il rispetto dei criteri di sana e oculata gestione nella selezione della clientela. Il credito è deve restare attività imprenditoriale, basata su un prudente apprezzamento professionale della validità dei progetti aziendali”. Mililli si sofferma sull’importanza delle banche  per garantire la stabilità e la continuità dello sviluppo economico.

“In un momento di recessione come questo le  banche sono determnanti per la stabilità. Ora più che mai l’accesso al credito può essere richiesto alle banche solo in presenza di garanzie robuste.  Grazie a ‘Basilea II’ le garanzie dei confidi rilasciate alle banche sono diventate ‘eligibili’, cioè sono considerate validi strumenti di mitigazione del rischio di credito.  In particolare le garanzie dei consorzi fidi sono riconosciute ed hanno valore in quanto idonee per la riduzuione del capitale regolamentare delle banche sia se sono concesse  da intermediari vigilati, nella forma di garanzie personali sia se sono fornite da confidi non vigilati, nella forma di garanzie reali mediante i fondi monetari Sono d’accordo  con chi, come il dott. D’Auria, ritiene  necessario stoppare  la doppia garanzia per le banche”