di Silvia Ragusa

Scicli – E’ tutto pronto a Villa Penna. I folletti del rumore, del sogno e della danza avanzano piroettando sul palcoscenico.
L’incipit è tratto da “La voluttà d’esser fischiati” di Marinetti, fondatore della prima avanguardia storica del Novecento. Poi i diciannove allievi del corso per ragazzi e adulti tenuto dalla compagnia Godot, seduti su sedie mobili, si scontrano e si confrontano in una serie di sogni e racconti, rimodulati e rielaborati, con incastonature preziose di alcune tra le più famose sintesi futuriste e testi del teatro Dada.
Sono le “Traiettorie imprevedibili” di Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso a incalzare il pubblico, in una serie di serate che si susseguono sui palchi iblei per ricordare il centenario della pubblicazione del manifesto futurista che rivoluzionò tutti gli aspetti dell’arte. Entusiasmante, estraniante, estroso. Senza trama. Perché chi riuscirebbe a capire l’esaltazione del movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno? L’energia e la vitalità del movimento futurista conquistano Scicli. Il sipario si chiude sugli applausi. Gli attori si riappropriano del quotidiano quando, dietro le quinte, una donna di mezza età, minuta, biondina, fa capolino.
Sorridente e distinta tende la mano per congratularsi. “Uno spettacolo davvero interessante”, dice mostrando tutta la sua preparazione in materia. Lei, che è stata ospite in tutta Italia – inaugurazioni, rappresentazioni, reading – a Scicli spiega di essere in vacanza e di avere visto per caso la locandina. Non voleva né poteva mancare, confessa. Perché lei, Francesca Barbi, è la nipote di Filippo Tommaso Marinetti, proprio colui che scrisse il Manifesto futurista. Nessun clamore nel parlare del nonno. Poi un sorriso di approvazione e un commiato per l’intera compagnia, basita e soddisfatta.
nelle foto, lo spettacolo, e in copertina la foto di Francesca Barbi Marinetti
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