di Redazione
Non mi intendo di politica né sono interessato a mettermi in gioco per motivi personali. Ma anche se solo da semplice cittadino non posso esimermi dall’osservare il consueto teatrino che precede qualsivoglia tornata elettorale.
Viviamo in uno Stato che sulla democrazia repubblicana ha scommesso dopo aver sperimentato gli effetti di monarchia prima e dispotismo poi, su entrambi potremmo cominciare a parlare e scrivere pure saggi e trattati ma il mio modesto scopo non è questo … permettetemi di osservare come in Italia le cose non vadano esattamente a gonfie vele, ennesimo indice di questo malessere lo scarso interesse del cittadino italiano nei confronti della politica e delle amministrazioni se escludiamo gli elementi che gravitano intorno a movimenti e partiti.
Arrivo al punto, schietto e netto: in questo Paese disgraziato non c’è una autocoscienza politica.
Elettore davanti alla tua scheda, cosa mai ti mosse a mettere la tanto agognata ics su quel dischetto e non su quell’altro? Quali ragioni ti hanno spinto a criticare, a discernere e, in ultima analisi, a scegliere?
Questa è una domanda che mi pongo spesso e altrettanto frequentemente provo a darmi una risposta che vada oltre il pessimismo cosmico e la disperazione più totale e che approdi ad un’analisi fredda e critica dei comportamenti dei miei concittadini. Oggi la mia risposta è perlopiù la seguente: hanno svilito quella ics. L’unica arma rimasta ancora in mano ad un cittadino pieno di ideali e libero da patroni… l’unico evanescente motivo per cui questa nazione si governa attraverso una entità chiamata democrazia. Democrazia, δήμος (démos, popolo) e κράτος (cràtos, potere): due parole greche che componendosi significano governo del popolo, un popolo che abdica sistematicamente piuttosto che delegare uomini illuminati al governo delle ormai fiacche istituzioni. Un popolo che rinuncia al suo potere decisionale per approdare talvolta al clientelismo più sfrenato o al qualunquismo più vano se non al più classico dei “sentito dire”. Perché non restituiamo a questo gesto, che rappresenta il compimento e il trionfo della democrazia sin dall’età di Pericle, la dignità che gli è consona? Dobbiamo rieducarci e lottare a che la politica non sia una miniera di denaro, un grosso affare per chi meglio sa sfruttare l’onda, ma semplicemente un cosciente e responsabile autogoverno.
Questa legge elettorale alla democrazia italiana ha lasciato solo il nome, cosa che non si merita nemmeno. Il Parlamento (eletto da …?) ha privato il vero detentore del potere politico della possibilità di esprimere la propria opinione lasciandogli solo la speranza che la percentuale di malviventi nelle liste non sia del 100% e che le persone coscienziose, se ce ne sono, non siano relegate alla coda della lista… questo è umiliante, scoraggiante e ingiusto. Chiamatela partitocrazia allora, gettate la maschera e mostrate ai vostri ingenui o maliziosi (quanto gabbati) elettori il vero volto di queste istituzioni. Non raccontate favole a chi forse potrebbe un giorno svegliarsi dal torpore, perché quel giorno potrebbe essere per voi tutti fatale.
La domanda nasce dunque naturalmente: perché il popolo non si rivolta (seppur con mezzi mùtili) al malgoverno, al saccheggio dello Stato, alla così iniqua e male oculata distribuzione delle risorse? Risposta: perché coloro i quali hanno a cuore il torpore delle masse hanno in pugno ogni mezzo di comunicazione di e quindi possono controllare indisturbati milioni di persone convinti di avere un cervello che pensa da sé. Siamo schiavi delle televisioni, della stampa, dei blog su internet (ebbene si), della pubblicità a ogni costo, e tutto questo senza rendercene conto, in un modo sottile e subdolo. Hanno tastato il terreno e ha funzionato. Tutto qui, ci siamo cascati come pere cotte.
Rileggendo queste mie ultime parole mi rendo conto come chi legge potrebbe fraintendere facilmente. Io non sono una persona allarmista e catastrofica, semplicemente dico che tutto dipende da noi, da come reagiamo a questi continui e innegabili attacchi mediatici che disegnano allo spettatore passivo e spugnoso una realtà inesistente, assolutamente lontana dal verosimile. Una grossa fetta di responsabilità è nostra, l’inerzia e il disinteresse oltre l’orizzonte del nostro naso o delle nostre tasche… una altrettanto considerevole responsabilità è da attribuire a questo progressivo processo di anestesia della capacità critica che quotidianamente subiamo, capacità critica che dovrebbe essere insita in ognuno di noi oppure (cosa altrettanto grave) una mancata educazione all’autocoscienza. Questa congiuntura formidabile di fattori è la vera causa dello sfascio politico d’Italia e della sensazione di sfiducia e di scoraggiamento nei confronti delle istituzioni. Signori, chi abbiamo delegato a esercitare il nostro sacrosanto potere? Gente che si firma l’aumento a compensi già stellari e congiunti a infinite agevolazioni ed esenzioni fiscali. Gente che a ogni tornata elettorale vede entrare nei propri partiti denaro pubblico sotto la voce di “rimborsi elettorali” . Gente che aggira la Magistratura grazie a una inspiegabile e rivoltante impunità…
Comunque non mi va di scendere nel particolare perché sappiamo bene tutti come stanno le cose (spero) nei palazzi della politica di ogni grado e livello, da Monte Citorio a palazzo Palle passando dal palazzo dei Normanni. Soltanto, ora volevo avere da voi un commento ragionato, una replica a questo mio pensiero “digerito” a mente fredda e, soprattutto: quanto ci avete pensato prima di mettere quella sofferta ics …?
Walt Whitman
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