di Redazione
Della discarica di San Biagio si occupano tutti: la Guardia di Finanza, che oggi ha preso copia di tutti gli atti in possesso del Comune, il Ministro dell’Interno Giuliano Amato, interrogato sulla gestione dell’ordine pubblico della Prefettura di Ragusa da parte di quattro parlamentari rinfondisti, e la triplice sindacale sciclitana.
Andando per ordine. Stamattina le Fiamme Gialle si sono presentate a palazzo di città, facendosi consegnare dal segretario generale del Comune tutti gli atti amministrativi relativi all’impianto, e risalenti alla sua nascita. Un atto dovuto, visto che la Procura della Repubblica di Modica ha avviato un’inchiesta in seguito alla denuncia presentata dai manifestanti dell’undici settembre a San Biagio.
Intanto, quattro parlamentari di Rifondazione, Alberto Burgio, Paolo Cacciari, Maurizio Acerbo, Augusto Rocchi, hanno presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, “con particolare riferimento alla gestione da parte della Prefettura del presidio dell’ 11 settembre, con lo spropositato dispiegamento di forze dell’ordine e il posto di blocco all’accesso del sito”.
Infine i sindacati. Giavatto, Romeo e Statello (Cgil, Cisl e Uil) scrivono che “il problema della discarica di San Biagio va oltre il semplice problema se i Comuni del comprensorio debbano conferire o meno presso la discarica, così come riteniamo che un altro falso problema sia se la discarica debba andare chiusa o no.
Dobbiamo ormai entrare nell’ottica che il problema dei rifiuti è uno degli argomenti con cui dobbiamo fare i conti e le esperienza della Campania stanno a testimoniare che solo attraverso un’azione comune tra gli Enti Locali del territorio si può tentare di innestare azioni virtuose che consentano nel breve-medio periodo di portare alla soluzione del problema.
Con la chiusura della discarica di San Biagio, non riteniamo che si risolva il problema, perché comunque allo stato attuale i rifiuti solidi urbani non trovano altra possibilità che essere conferiti in discarica, fermo restando che si possano creare i presupposti di una emergenza sanitaria qualora non si provvedesse ad una alternativa immediata al sito di San Biagio.
Era obbligo, entro il 2006, di tutti i Comuni di raccogliere in maniera differenziata almeno il 35% dei rifiuti, per poi arrivare entro il 2010 al 60%, cosa che è tuttora risulta essere una semplice utopia. Percorso questo che deve vedere al centro dell’azione l’Ato Ambiente che non può rimanere un mero costo della politica”.
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