Esteri
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28/10/2025 16:12

Divorziano, il marito dovrà pagare l’assegno di mantenimento per i due gatti

In Turchia il primo “assegno di mantenimento” per due gatti: un divorzio che fa storia

di Redazione

Una causa di divorzio a Istanbul è finita con un accordo senza precedenti: l’ex marito dovrà versare un assegno periodico per il mantenimento dei due gatti di famiglia. Un gesto che ha commosso la Turchia e acceso il dibattito sul ruolo degli animali domestici nel diritto turco.

Una coppia di Istanbul, Bu?ra B. ed Ezgi B., ha deciso di separarsi dopo due anni di matrimonio per “l’irreversibile compromissione dell’unione coniugale”. La sentenza, approvata da un tribunale della famiglia, ha stabilito il pagamento da parte di Bu?ra B. di un risarcimento di 550 mila lire turche (circa 13 mila euro) alla ex moglie.

Ma l’elemento che ha catturato l’attenzione dei media è un altro: la custodia e il mantenimento dei due gatti di casa. Nel protocollo presentato al tribunale si legge infatti: “Bu?ra B. accetta di lasciare la custodia dei due gatti alla sua ex moglie Ezgi B.”.

Nel documento si specifica inoltre: “Bu?ra B. si impegna a versare 10 mila lire turche ogni tre mesi per le spese di mantenimento dei due gatti, per un periodo di dieci anni”.

La somma – circa 240 euro a trimestre – sarà rivalutata in base agli indici dei prezzi al consumo pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica turco. L’accordo è stato definito da diversi giuristi un esempio di “nuova generazione di assegno di mantenimento”, perché riconosce agli animali domestici un ruolo giuridico e affettivo che va oltre la semplice “proprietà”.

 

Secondo il codice civile turco, i gatti sono ancora classificati come “beni mobili”. Tuttavia, le modifiche introdotte alla Legge sulla Protezione degli Animali n. 5199 hanno aperto la strada a nuove interpretazioni: oggi è possibile includere negli accordi di divorzio clausole relative al benessere, alla custodia e al sostegno economico degli animali domestici.

Fino ad oggi, in Turchia si erano già registrati casi in cui le parti si accordavano per coprire le spese di cibo o di cure veterinarie, ma mai un impegno finanziario strutturato, duraturo e indicizzato all’inflazione come quello sottoscritto da Bu?ra B.

Il caso non stupisce del tutto chi conosce il profondo legame tra i turchi e i loro felini. Secondo le associazioni animaliste, nel Paese vivono oltre 4,7 milioni di gatti domestici e più di 5 milioni di gatti randagi, accuditi quotidianamente da cittadini e municipalità che si occupano di sterilizzazioni e cure veterinarie.

Basti ricordare la commozione nazionale per Gli, la gatta di Santa Sofia diventata celebre sui social e immortalata in una foto con Barack Obama, o per Tombili, il corpulento gatto di Kad?köy, la cui posa “da cortigiano romano” gli valse una statua dopo la morte.

Il tribunale di Istanbul dovrà ancora confermare formalmente il protocollo, ma il caso è già entrato nella storia della giurisprudenza turca: la vicenda di Bu?ra ed Ezgi B. segna un passo simbolico verso un diritto più empatico, che riconosce il valore affettivo degli animali nel nucleo familiare. Gli avvocati turchi la definiscono “una svolta che potrebbe ispirare futuri accordi simili”, mentre sui social la storia è stata accolta con commenti di approvazione e tenerezza.

In un Paese che da secoli convive con i gatti nei cortili, nelle moschee e nelle piazze, un assegno di mantenimento per due felini non appare come un’esagerazione, ma come il riflesso di un amore radicato e condiviso.