Giudiziaria
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17/03/2009 00:47

Domani l’interrogatorio di Virgilio Giglio

di Redazione

Modica – E’ in programma per domani l’interrogatorio di garanzia nei confronti di Virgilio Giglio, 64 anni, sciclitano, arrestato dai carabinieri della Compagnia di Modica per omicidio colposo e mancata custodia di animali avuto in affidamento ma anche per resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, rinchiuso nel carcere di Modica Alta, comparirà davanti al Giudice per le Indagini Preliminari per difendersi dalle pesanti accuse derivate dalla morte tragica del piccolo Giuseppe Brafa Misicoro, sbranato dal branco di cani che lo scorso mese di settembre gli avevano dato in custodia i carabinieri della stazione di Sampieri. Giglio è conosciuto a Scicli per avere gestito uno storico chiosco, in Piazza Italia. Ad un certo punto aveva smesso e si era dato alla vita solitaria. Viveva in un vecchio immobile di Contrada Pisciotto da eremita. L’arresto dell’uomo ha già sollevato molte polemiche e commenti in quanto lo stato di salute di Giglio non sarebbe tale da garantirne le condizioni di intendere e di volere. E allora ci si chiede se al momento dell’affidamento l’anziano fosse nelle condizioni di comprendere che quei cani non dovevano uscire dal recinto della sua proprietà. Non è da scartare l’ipotesi che il 64enne si fosse convinto che gli animali li doveva solo accudire, come del resto faceva, tant’è questi tornavano dall’uomo che si preoccupava di dar loro da mangiare come faceva con altri cani, in totale una cinquantina. All’arrivo dei carabinieri che dovevano arrestato Virgilio Giglio ha opposto resistenza come ha spiegato il comandante la Compagnia di Modica, Sandro Loddo. “Quando le nostre pattuglie sono arrivate nella casa di Contrada Pisciotto – dice l’ufficiale – Giglio si è barricato all’interno ed ha aizzato tutti i cani presenti all’interno del recinto tant’è che siamo stati costretti a chiedere rinforzi non solo dalla nostra Compagnia ma anche dal Comando Provinciale per potere bloccare gli animali ed avere libero accesso nella casa per arrestare l’uomo”.

Saro Cannizzaro