di Redazione

Il due aprile scorso, a Studio Aperto, si parlava ironicamente del perito tecnico Giampaolo Giuliani e lo si definiva, sbeffeggiandolo, “il profeta delle sventure”, facendo passare questo “semplice tecnico” per un allarmista al quale non bisognava assolutamente dar credito. Uno scenario da B-Movie catastrofico quello al quale abbiamo e stiamo assistendo oggi: l’esperto che tenta di avvertire le istituzioni e la popolazione del pericolo imminente e, gli altri “esperti”, che lo smentiscono e lo screditano, predicando assoluta calma.
Ora è ovvio che, i terremoti, non si possono né evitare, né prevedere con assoluta certezza. Così come è ovvio che pare strumentale e molto poco obiettivo l’intervento di chi incolpa Berlusconi per quest’ennesima sciagura (tra un po’, al premier, verrà data la colpa anche per la fame nel mondo e per qualche tornado nel Nord America). Però, c’è un però che si insinua nelle coscienze di ogni buon giornalista e di chiunque ami fare informazione e non limitarsi ad impacchettare notizie che paiono più che altro slogan pubblicitari.
Era necessario prendersi gioco di un uomo (di sicuro non di un incompetente o di un povero pazzo millantatore) in questo modo così plateale? Qui, di lezioni di giornalismo, noi non possiamo assolutamente darne, soprattutto a colleghi ben più competenti e valevoli di noi ma, a onor di cronaca, sarebbe forse opportuno imparare dai propri errori ed evitare, in futuro, di lanciarsi in simili servizi e far perdere, in questo modo, credibilità ad un’intera categoria e a chiunque faccia dell’informazione seria, professionale ed oggettiva la propria missione professionale. Il “Ve l’avevo detto” di Giuliani, grazie ad un “siparietto” del genere, assume a questo punto un significato schiacciante ed innegabile e scredita, altrettanto innegabilmente, un’intera categoria di professionisti. Tragedia annunciata o meno, sarebbe forse opportuno non prendersi troppo gioco dei “tecnici” sottopagati ma miracolosamente super motivati che, la nostra nazione, può vantare d’avere e che, troppo spesso, vengono umiliati e costretti all’esodo senza bisogno di essere “simpaticamente” messi alla berlina da un tg nazionale.
Di seguito potete vedere il video del servizio “incriminato”
Ora è ovvio che, i terremoti, non si possono né evitare, né prevedere con assoluta certezza. Così come è ovvio che pare strumentale e molto poco obiettivo l’intervento di chi incolpa Berlusconi per quest’ennesima sciagura (tra un po’, al premier, verrà data la colpa anche per la fame nel mondo e per qualche tornado nel Nord America). Però, c’è un però che si insinua nelle coscienze di ogni buon giornalista e di chiunque ami fare informazione e non limitarsi ad impacchettare notizie che paiono più che altro slogan pubblicitari.
Era necessario prendersi gioco di un uomo (di sicuro non di un incompetente o di un povero pazzo millantatore) in questo modo così plateale? Qui, di lezioni di giornalismo, noi non possiamo assolutamente darne, soprattutto a colleghi ben più competenti e valevoli di noi ma, a onor di cronaca, sarebbe forse opportuno imparare dai propri errori ed evitare, in futuro, di lanciarsi in simili servizi e far perdere, in questo modo, credibilità ad un’intera categoria e a chiunque faccia dell’informazione seria, professionale ed oggettiva la propria missione professionale. Il “Ve l’avevo detto” di Giuliani, grazie ad un “siparietto” del genere, assume a questo punto un significato schiacciante ed innegabile e scredita, altrettanto innegabilmente, un’intera categoria di professionisti. Tragedia annunciata o meno, sarebbe forse opportuno non prendersi troppo gioco dei “tecnici” sottopagati ma miracolosamente super motivati che, la nostra nazione, può vantare d’avere e che, troppo spesso, vengono umiliati e costretti all’esodo senza bisogno di essere “simpaticamente” messi alla berlina da un tg nazionale.
Di seguito potete vedere il video del servizio “incriminato”
Il servizio di Studio Aperto, precedente il terremoto in Abuzzo, in cui si prende in giro Giampaolo Giuliani
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