Economia
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12/02/2010 20:39

E la grande distribuzione strozza i piccoli produttori

Il ciliegino viene acquistato a 70 centesimi al chiloe rivenduto sui banconi del Nord anche a dieci euro

di F. Dipasquale Gzz Sud

Santa Croce Camerina – Continua la crisi dei prezzi di vendita dei prodotti orticoli da serra registrati sui mercati all’ingrosso di Vittoria, Santa Croce Camerina e Donnalucata, sebbene nell’ultimo mese ci sia stata un’inversione di tendenza su alcuni prodotti.
Analizzando il mercuriale dei prezzi di sabato scorso e raffrontandoli con quelli di 365 giorni fa, emergono delle prospettive interessanti su pochi prodotti, mentre, in generale, la situazione è stabile su livelli bassi e di relativa poca remunerazione.
Pomodoro. Il ciliegino segnava sabato tra 0.70 e 0.80 euro al chilo, mentre esattamente un anno fa si attestava tra 1.30 e 1.50 euro al chilo. Il pomodoro a grappolo rosso faceva invece segnare tra 0.90 e 1.10 euro al chilo, contro le 0.50-0.60 euro al chilo di dodici mesi orsono. Il datterino segnava 1.60-1.80 euro al chilo, contro 1.30-1.60 dell’anno scorso. L’ovale allungato quotava 0.70-0.90 euro al chilo contro un euro di un anno fa.
Melanzane. In ribasso pure le melanzane. Sabato la melanzana tonda, molto più coltivata della tipologia lunga, quotava 0.90 euro al chilo, mentre un anno fa faceva segnare 1.25-1.30 euro al chilo e la lunga 1.10-1.20 euro al chilo, contro 1.65-1.70 di 365 giorni fa.
Peperoni. Note positive per i peperoni quotati più dello stesso giorno di un anno fa: il giallo 1.60-1.40 euro al chilo e il rosso 1.20-1.40 euro al chilo contro, rispettivamente, 1.20-1.40 euro al chilo sia del giallo che del rosso un anno fa.
Zucchine. In lieve flessione anche lo zucchino verde quotato sabato 1.20-1.30 euro al chilo contro 1.35-1.40 di dodici mesi fa. Per la cucurbitacea, però, coltivata praticamente sia in serra che in tunnel da Licata a Pachino, il prezzo è certamente su buoni livelli, dopo la crisi di novembre e dicembre e dopo la conferma della sua specificità di produzione nell’areale sud orientale della Sicilia che anche quest’anno ha confermato essere la zona con poca concorrenza a livello europeo. Il pericolo però, per questa coltura, è che, vista l’accentuarsi della crisi su altri prodotti orticoli, la spinta positiva dei prezzi possa per la prossima campagna creare un effetto trascinante e un conseguente aumento vertiginoso delle colture con pericolo di esubero di produzioni.
Note positive dicevamo invece per il peperone che, dopo quasi quattro mesi di crisi, sembra rivitalizzarsi sulla filiera commerciale. La conclusione delle raccolte dei peperoni nella zona di Licata e una momentanea scarsa disponibilità del peperone spagnolo, stanno creando le premesse per un aumento dei prezzi delle versioni sia gialle che rosse di questa solanacea. Sui pomodori si conferma pure un certo effetto di concentrazione dell’offerta nella fluttuazione dei prezzi di vendita. Il grappolo rosso, quest’anno meno coltivato, da qualche mese naviga su buoni prezzi come il datterino, prodotto di qualità che viene apprezzato dai consumatori.
Un’analisi ben precisa meritano invece i prezzi bassi del ciliegino. Sono ormai quasi quattro mesi che il classico “pomodorino” non supera l’euro al chilo, mentre negli anni passati, come visto, non scendeva talvolta l’euro e mezzo al chilo. Questa tipologia di pomodoro sta diventando, infatti, quella corrispondente alla coltura di massa praticata in Sicilia ed è entrata nella sfera di attenzione della grande distribuzione organizzata. Le catene dei supermercati, da un lato mantengono alto l’interesse applicando sui banchi dei loro settori dell’ortofrutta prezzi di vendita anche elevati, dall’altro, ben coscienti che la sua produzione in Sicilia è ormai diventata di massa, attuano politiche concorrenziali che hanno portato a un forte abbassamento del prezzo di acquisto dalle zone di produzione. La grande distribuzione organizzata, da quest’anno, sembra quasi aver imposto alla filiera commerciale di acquistare ad un prezzo stabile il ciliegino, ormai però su livelli molto bassi, che rendono antieconomica la coltura nelle zone di produzione.
Si assiste così, come raccontano dei consumatori del Nord Italia, che il ciliegino confezionato in vaschette da 250 grammi viene venduto sui supermercati del nord a 2.50 euro a confezione, ossia 10 euro al chilo, mentre al produttore viene pagato a 0.70 euro al chilo. Una forbice enorme, frutto della perdurante e costante speculazione della grande distribuzione che non accenna a diminuire.