Era accademico dei Lincei
di Redazione

Catania – Grave lutto per la scuola di archeologia catanese, per l’Ateneo e la città di Catania. E’ venuto a mancare ieri a mezzogiorno il prof. Giovanni Rizza, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana per oltre trent’anni nella nostra Università.
Era nato a Monterosso Almo, in provincia di Ragusa, il 2 febbraio del 1923 ed aveva completato i suoi studi a Catania, dopo aver frequentato a Palermo il primo anno di Università. Aveva diretto, fino al suo collocamento a riposo, l’Istituto di Archeologia e la Scuola di specializzazione in Archeologia della nostra Università; aveva creato e diretto il Centro di Studio sull’Archeologia greca del Consiglio Nazionale delle ricerche; era stato l’ideatore del Centro di Archeologia cretese dell’Università di Catania. Aveva fondato e diretto (dal 1962) la rivista “Cronache di Archeologia” ed una serie di monografie dal titolo Studi e Materiali di Archeologia greca.
La sua attività di ricerca si era svolta in Sicilia, in Grecia, in Anatolia. In Sicilia aveva scoperto il sito dell’antica Leontini, la cui sistematica esplorazione, iniziata tra il 1950 e il 1956, egli riprese a partire dal 1987. Particolarmente significativa, in questo centro, fu la scoperta delle due porte della città menzionate da Polibio e la scoperta di un villaggio indigeno del X-IX sec. a.C., che documenta la tradizione tucididea della provenienza continentale dei Siculi. Dal 1953 aveva diretto gli scavi e le ricerche archeologiche a Catania, dapprima come collaboratore dei suo maestro Guido Libertini e poi come Ispettore onorario della Soprintendenza alle Antichità di Siracusa. A lui si deve, fra l’altro, lo scavo della grande stipe votiva di Demetra in via Vittorio Emanuele, menzionata da Cicerone, e quello del complesso basilicale e funerario della via Dottor Consoli.
Dalla fine degli anni ’60 e durante gli anni ’70 organizzò e diresse gli scavi di Centuripe e riprese le ricerche di Paolo Orsi a S. Angelo Muxaro (Ag).
In Grecia il prof. Rizza (allievo con Doro Levi della Scuola Archeologica italiana di Atene) aveva fatto parte, nel 1953 e 1956, della missione archeologica italiana di Poliochni, nell’isola di Lemno, collaborando con Luigi Bernabò Brea. Dal 1955 al 1958 era stato membro della missione archeologica italiana di Creta, dirigendo gli scavi sull’acropoli di Gortina. Dal 1969 aveva organizzato e diretto, sempre a Creta, una missione archeologica dell’Università di Catania, con cui aveva ripreso la sistematica esplorazione del territorio di Priniàs proseguita sotto la sua direzione fino al 2005, un sito la cui importanza è universalmente riconosciuta: si tratta dell’unica città nota la cui continuità di vita è attestata lungo il cosiddetto Medioevo ellenico e presenta tracce di frequentazione fino all’età ellenistica. Ed era anche riuscito, grazie anche alle sue non comuni doti di organizzatore, a dotare quella Missione di una casa e dei magazzini per il materiale scavato e di un laboratorio di restauro.
In Turchia, dal 1960 al 1968, aveva fatto parte della missione archeologica italiana di Iasos, collaborando con D. Levi in Turchia. Con lo scavo di Priniàs ha affrontato nel suo complesso il problema del passaggio dal Miceneo al Protogeometrico e al Geometrico, e dei c.d. “secoli oscuri” della civiltà greca. Il ricchissimo materiale acquisito, compreso fra il XIII e il VI sec. a. C., porta un contributo di primo piano alla revisione del concetto di “frattura”, che per lunghi anni ha dominato l’interpretazione storica dell’affermarsi in Grecia delle forme del protogeometrico e del geometrico, e costituisce un rilevante supporto all’idea della “continuità” che tende a collegare le forme più antiche della civiltà greca al grande filone della civiltà cretese e micenea.
Nominato professore emerito del nostro Ateneo, e dottore honoris causa dell’Università di Atene, il prof. Rizza era Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei e membro di numerose Istituzioni scientifiche italiane e straniere.
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