di Redazione

Sempre attento a cogliere la dimensione magica e arcaica della natura, Bonaviri ha dato il ruolo di protagonista ad una mitica e magica Sicilia, anche sulle suggestioni della natia Mineo nei cui dintorni c’erano i resti di un villaggio preistorico. Il romanzo Il fiume di Pietra (1964) che ha come protagonisti un gruppo di ragazzi di campagna e la trilogia La divina foresta (1969), Notti sull’altura (1971), L’isola amorosa (1973) sono uno spaccato del mondo siciliano, greco e saraceno, fatto di paesaggi e presenza oniriche. Il suo lavoro più riuscito è considerato il romanzo del ’78 Dolcissimo, una surreale discesa agli inferi della città di Zebulonia-Mineo.
Sono seguiti Novelle Saracene, (1980), i romanzi L’incominciamento (1983), Dormisveglia (1988), Ghigò (1990), Il vicolo blu (2003) e le raccolte di poesie O corpo sospiroso (1982), L’asprura nel 1986, I cavalli lunari nel 2004. Nel 2006 ha pubblicato Autobiografia in do minore. Nel 2007 si è raccontato nel documentario Bonaviri ritratto di Massimiliano Perrotta. Rimase affezionato sempre al suo primo romanzo, scritto durante il servizio di leva a Casale Monferrato in Piemonte, Il sarto della stradalunga. I suoi libri sono stati pubblicato soprattutto da Rizzoli ma anche Mondadori e Sellerio. Una fondazione porta il suo nome.
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