Ma le alte temperature non bastano
di Redazione

Roma – Una botta di caldo lo ucciderà. Soffre il caldo e sotto i raggi del sole si indebolisce tanto da diventare inoffensivo. Ormai è provato: il Covid-19 non regge le alte temperature e, quindi, si può ben sperare che durante l’estate perda la sua forza. A dimostrarlo è uno studio italiano, portato avanti da un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, del dipartimento “Luigi Sacco”, per cui i raggi ultravioletti riescono a disattivare il coronavirus.
Viene asseverata la teoria ipotizzata all’inizio della pandemia: “il caldo ci aiuterà”, dicevano gli esperti. Un’idea basata anche sul comportamento degli altri coronavirus, come il raffreddore, che con il caldo perdono la loro forza. E infatti anche il Covid-19, come dimostrato in altre occasioni, con il caldo si disattiva. Ma attenzione, le alte temperature non sono sufficienti: tutte le condizioni anti-Covid-19 devono convivere per riuscire davvero a disattivarlo.
I raggi ultravioletti hanno una funzione antimicrobica e questa capacità si conferma anche per il Coronavirus. I contagi sono minori nelle aree a più alto irraggiamento. Quindi ci sono meno contagi nei paesi con maggiore irradiamento dei raggi del sole ma anche con minore assembramento. Altri studi dicono che la mortalità del covid è minore al di sotto del 40esimo parallelo quindi vuol dire che le condizioni ambientali esterne influenzano i contagi, così come possiamo ipotizzare l’inquinamento, il pm10 nelle aree inquinate con maggiore concentrazione industriale.
Basta il caldo a uccidere il Virus? No. Servono tutte le condizioni necessarie per disattivare il Covid-19: i raggi ultravioletti ma anche le norme igieniche e l’assenza di assembramenti.
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