Cronaca
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03/11/2025 21:39

È Vincenzo Lanni l’accoltellatore di piazza Gae Aulenti a Milano

Dieci anni fa aveva ferito due anziani nella Bergamasca

di Redazione

Milano – Il suo avvocato non ci crede: «Quando ho letto la notizia di piazza Aulenti ho detto in famiglia: sembra un mio vecchio cliente – racconta Cinzia Pezzotta, del Foro di Bergamo -. Non posso credere che ci sia ricascato, vuol dire che la riabilitazione non funziona». A quanto pare, visto che sono trascorsi dieci anni e Vincenzo Lanni ha replicato in piazza Aulenti lo stesso tipo di aggressione commessa in Val Seriana (in Bergamasca) che l’aveva già portato in carcere.

È il 19 agosto 2015, un pensionato è seduto su una panchina davanti a un bar di Villa di Serio quando arriva un uomo che gli sferra una coltellata. Il giorno dopo una donna di 82 anni viene colpita con un coltellata all’addome mentre attende che apra un bar nel centro di Villa di Serio. Stesso giorno, dodici ore dopo: un ottantenne si trova nel parco di Montecchio, ad Alzano Lombardo, diretto alla biblioteca. Quando entra dice alla bibliotecaria: «Sento un dolore alla schiena». Non si era accorto che duecento metri prima, mentre percorreva un sottopassaggio, gli era stato piantato nella schiena un coltello. Viene soccorso e operato, per fortuna il coltello non gli ha intaccato il polmone.

Proprio la prima aggressione consente ai carabinieri  di arrivare  a Lanni. Controllano le immagini delle telecamere installate da banche e locali lungo la strada, scoprono che alle 6,05 e 48 secondi l’obiettivo
di un bar ha ripreso un uomo a piedi che veniva dal centro. Mostrano le immagini alla prima vittima, che lo identifica: un uomo alto, sui quarant’anni, leggermente stempiato e con dei vistosi occhiali da vista e nella mano destra una borsa di tela con all’interno qualcosa di pesante: lì dentro c’era il coltello da cucina con il manico di plastica bianco e lama di 23
centimetri con cui avrebbe colpito. Anche uno della zona però vede la foto e dice che si tratta di «uno della zona, molto strano e taciturno», e  frequentatore della biblioteca di Alzano. I dipendenti della biblioteca lo riconoscono: «Viene qui spesso, ma è un tipo chiuso, non parla mai con nessuno». I bibliotecari scartabellano gli elenchi degli iscritti e arrivano alla foto dell’aggressore, al suo nome ed età, 49 anni. La sera stessa andranno a bussare alla sua porta.

Nel corso del processo fa emergere Lanni soffre di un disturbo schizoide della personalità e una capacità di intendere e di volere «grandemente scemata».  Lui dice di non sapere cosa gli fosse scattato: «Non sono un violento, non ho mai fatto del male a nessuno». Si dice pentito, scrive una lettera ai feriti: «Non ero in me stesso, chiedo scusa anche perché ho colpito persone che potevano essere i miei genitori».  Si arriva così una condanna a otto anni di carcere.