di Redazione

Siracusa – Non soltanto i telefonini sequestrati su disposizione della Procura di Siracusa per tentare di far luce sull’omicidio di Giuseppe Pellizzeri, ma notizia dell’ultima ora è quella del ritrovamento della pistola dalla quale sono partiti due proiettili che hanno ucciso l’ufficiale della Capitaneria di Porto di stanza a Messina. Sono stati i sommozzatori dei Militari dell’Arma a recuperare la calibro 7,65 utilizzata da Francesco Mirabella, ora rinchiuso nel carcere di Cavadonna, per ‘regolare i conti’. Ed è stato l’improvvisato sicario a dare indicazioni ai carabinieri per il ritrovamento della pistola. La 7,65 è stata ripescata in un’area poco frequentata del porto di Siracusa. Adesso sarà inviata al Ris di Messina per la perizia balistica.
Intanto domani Mirabella, accompagnato dal suo avvocato di fiducia, Antonio Meduri, dovrà presentarsi davanti al Gip Andrea Migneco. Il giudice dovrà decidere se convalidare o meno il fermo. L’interrogatorio è in programma per le 9,30.
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Il movente appare più definito. I Pellizzeri, proprietari del ristorante Ostrica Park, avrebbero fatto pressioni su Mirabella per riscuotere le mensilità dell’affitto di un magazzino di prodotti ittici in via Elorina. Poche ore prima del delitto, avvenuto lunedì verso le 18, l’Ufficiale della Capitaneria avrebbe aggredito un fratello di Mirabella. Si parla di un debito di 3000 euro. Quindi il chiarimento sarebbe stato spostato di qualche ora in un bar di via Elorina. Qui l’epilogo sfociato nel sangue.
I telefonini
Gli inquirenti hanno deciso di sequestrare i telefonini non solo del presunto assassino e della vittima ma anche dei loro familiari: l’obiettivo del magistrato e dei carabinieri del comando provinciale di Siracusa, che conducono le indagini, è verificare se l’omicidio sia stato premeditato. Le chiamate e i messaggi nelle chat potrebbero fornire, comunque, altre indicazioni attorno ai rapporti tra Pellizzeri e Mirabella che, negli ultimi tempi, non sarebbero stati ottimali. Al centro della vicenda vi sarebbe un affitto di un magazzino e questo sarebbe stato fonte di scontri e contrapposizioni tra le parti: a quanto pare, un familiare dell’indagato, prima del delitto, avrebbe subito un’aggressione. I due protagonisti di questa vicenda avrebbero deciso di incontrarsi in quel bar: Mirabella si è presentato armato e nel volgere di qualche minuto la situazione è degenerata fino all’esplosione dei colpi di pistola contro il petto dell’ingegnere navale. In merito all’autopsia, non è stata ancora indicata una data da parte della Procura di Siracusa ma l’esame autoptico chiarirà altri dettagli di questa drammatica vicenda.
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