Dopo che i due maggiori gruppi bancari hanno fatto da apripista alla cessione del credito, altri istituti hanno presentato le loro proposte
di Redazione

Roma – Ecobonus edilizia 110 per cento, contanti, mutuo o cessione del credito? Carige offre al contribuente un remunerazione leggermente più alta rispetto alle concorrenti, poiché riconosce il 102,5% nel caso di super ecobonus e l’81,12% del credito negli altri casi.
Ma conviene davvero la strada della cessione del credito fiscale? Sì, con qualche riserva, perlomeno nel caso in cui si disponga dei contanti per anticipare il pagamento all’impresa.
Il discorso cambia ovviamente se non si dispone dei soldi per saldare. In questo caso infatti l’unica alternativa possibile alla cessione è che l’impresa si accolli il credito offendo uno sconto sulla fattura in percentuale molto elevata se non proprio del 100% sull’importo dovuto. Quando lo sconto è di entità inferiore al 100%, peraltro, la quota rimasta a carico del committente è comunque fiscalmente agevolabile.
Cappotto termico
Abbiamo considerato quattro esempi di operazioni che danno diritto a un bonus fiscale cedibile e confrontato il bilancio finanziario di queste operazioni con quello che si otterrebbe pagando per contanti o finanziando con un mutuo di ristrutturazione i lavori. Il primo caso è la realizzazione del cappotto termico in condominio cui si aggiunge il cambio degli infissi da parte del contribuente fatti in modo da conseguire il diritto al super ecobonus del 110%, pari a 66 mila euro su una spesa qui ipotizzata in 60 mila. Se il contribuente paga direttamente all’impresa il costo, otterrà nei cinque anni successivi il diritto a detrazioni per 13.200 euro all’anno, mentre se cede il credito dopo aver pagato l’impresa ne riceve subito 61.200, quota che scende di qualche centinaia di euro (il calcolo preciso si può fare solo conoscendo la scansione degli step di pagamento e la durata dei lavori) se accende un finanziamento ponte con la banca.
Soldi in contanti
Per scegliere i contanti bisogna però tenere presente che il rimborso richiede sei anni, dato che si può ottenere la prima detrazione solo dall’anno successivo ai pagamenti, cioè quando si presenta la prima dichiarazione dei redditi utile. Nel caso che qui prospettiamo va sottolineato che un lavoratore dipendente con un figlio a carico per poter detrarre tutti i 13.200 euro deve avere un reddito imponibile annuo di quasi 47 mila euro. Con 40 mila euro di imponibile, ad esempio, l’Irpef dovuta è di 10.427 euro e quindi con rimborsi teorici di 13.200 euro la quota eccedente di 2.183 euro andrebbe persa, senza tenere conto di altre spese detraibili come quelle sanitarie o per la scuola dei figli.
Il prestito
Esiste una terza possibilità, remota: stipulare un mutuo ad hoc per pagare i lavori.
Il saldo teorico dopo sei anni è migliore rispetto a quello che si otterrebbe con la cessione ma rimane il rischio di incapienza negli anni a venire, con l’aggravante che se si devono pagare poche tasse perché si sono ridotti i redditi diventa difficile anche onorare le rate del mutuo. In realtà il finanziamento ipotecario ha un senso solo se i costi di ristrutturazione si accodano a quelli di acquisto confluendo in un unico mutuo. La cessione del credito è possibile anche per altre tipologie di agevolazione, a partire da quella per le facciate, che prevede il rimborso del 90% della spesa in dieci anni. Ipotizzando una spesa di 50mila euro pagando in contanti e tenendo il beneficio fiscale si riceveranno 4.500 euro all’anno, compatibili, nel caso di dipendente con figlio a carico, con un imponibile di 25.500 euro. Ipotizzando che per la cessione la banca riconosca l’80% del credito fiscale, in questo caso si riceverebbero a fine lavori 36mila euro, contro i 45mila complessivi in 11 anni con il rimborso fiscale. Anche in questo caso il mutuo sulla carta è più conveniente della cessione, ma vale il discorso fatto sopra.
Il condominio senza Ecobonus
Consideriamo un condominio che compie opere di risparmio energetico puntando all’ecobonus tradizionale (che ha requisiti molto più facili da rispettare rispetto a quelli del super ecobonus) con detrazioni del 70%. Con una spesa di 60mila euro la cessione apporta una riduzione dell’incasso teorico complessivo di 8.400 euro. Infine, se si ipotizzano spese per ristrutturazione della casa agevolabili con il bonus 50% con la cessione se ne ottengono 28mila subito, tenendosi il credito se ne incassano 35mila in 11 anni.
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