Nel Ragusano la prima comunità energetica italiana fra aziende agricole
di Redazione

Acate – Valli assolate che corrono fino alla costa Sud della Sicilia, fra l’ex petrolchimico adesso diventato green di Gela e la spiaggia del Montalbano televisivo. Sono quelle di Acate, dove in questi giorni si accendono quasi in contemporanea 3 comunità energetiche, le prime in Italia a coinvolgere aziende agricole. Una scelta compiuta dalle imprese un anno fa, quando a fare paura era ancora il Covid e della crisi energetica non c’era ancora traccia. Due partner – Enel X e la Banca Agricola Popolare di Ragusa -, uno slalom fra gli ostacoli della burocrazia e i primi sentori di rincaro dei materiali; ma adesso le 3 comunità stanno per accendersi, per permettere alle aziende agricole di condividere l’energia prodotta dal sole. Capofila di 2 comunità è la società consortile “La Mediterranea”, colosso che copre l’8% del mercato europeo di crisantemi. La terza nasce dall’azienda vitivinicola Valle dell’Acate, che esporta il Cerasuolo in Europa e Usa.
In tutto 3 impianti fotovoltaici, ciascuno della potenza di 200kW, che consentiranno a una decina di pmi di: condividere i loro consumi energetici, riducendo le emissioni di Co2; e tagliare sempre più le bollette, fino a iniziare a guadagnarci ottenendo gli incentivi statali ventennali che verranno redistribuiti agli iscritti. Dietro questa iniziativa da pionieri, che sfrutta per la prima volta in agricoltura le norme varate nel 2019 da un decreto Milleproroghe del governo italiano, ci sono storie di aziende che si tramandano da generazioni, ma dove gli ultimi discendenti hanno ereditato dai padri anche la spinta a innovare. Come nel caso di Paola e Francesco Gurrieri, a capo della società consortile La Mediterranea: 4 imprese per un totale di oltre 100 ettari di terreni dove coltivano a ciclo continuo crisantemi che esportano in tutta Italia e all’estero, compresa l’Olanda. Proprio con le ditte ibridatrici olandesi l’impresa acatese ha una partnership, per creare nuove specie selezionate.
“È stato papà, che era un insegnante ma molto legato alla terra, a far nascere l’azienda” racconta Paola a Repubblica. È la prima e finora unica realtà in Italia ad adottare la sterilizzazione dei terreni con vapore d’acqua, tecnica che ha permesso di bandire i fertilizzanti chimici e realizzare la raccolta differenziata dei rifiuti in 5 categorie. Ma è anche comunità di lavoratori: “Abbiamo circa 180 dipendenti – aggiunge l’amministratrice – fra cui 50 stranieri che ospitiamo in 18 appartamenti costruiti da noi, che diamo in comodato d’uso gratuito: un’idea di mio padre che permette ai lavoratori di riunirsi con le loro famiglie. Ci sono pakistani, tunisini, romeni e adesso anche alcuni ucraini. Fornirgli l’abitazione è un modo per dargli dignità e credibilità, favorire l’integrazione e questo influisce anche nel loro lavoro. Questa è un’attività delicata, etica, si tratta di ‘prendersi cura’. Anche la scelta della comunità energetica per noi ha un significato etico, ma adesso diventa pure un investimento strategico contro il caro energia”.
Tutto nasce dalla proposta della Bapr di supportare un investimento da 252mila euro. “Eravamo partiti con la prima comunità – spiega Paola -, poi abbiamo deciso di raddoppiare con l’altra denominata Kamarina: per installare le pensiline abbiamo utilizzato sia il terreno che i tetti di officine e magazzino. È stata anche una lunga lotta con la burocrazia, con ritardi nella consegna dei materiali in questi mesi difficili, ma alla fine la prima comunità si accenderà in questi giorni e l’altra fra qualche settimana. E non ci fermiamo, mio fratello ha avviato l’iter per un impianto agrivoltaico”. C’è una donna anche dietro la terza comunità energetica, con 3 aziende vitivinicole capeggiate da Valle dell’Acate, impresa arrivata con Gaetana Iacono alla sesta generazione. “Nell’800 – racconta l’imprenditrice – le nostre botticelle di frappato partivano in nave da Scoglitti per la Francia, io ho iniziato 30 anni fa affiancando mio padre che aveva già tracciato la strada verso la tutela della biodiversità”.
“Produciamo solo biologico – aggiunge -, Frappato, Cerasuolo di Vittoria e Grillo. Per noi la comunità energetica, chiamata “Case di Biddini” come la nostra contrada, è stato il normale passo verso la maggiore sostenibilità. Adesso ringrazio mio padre per gli insegnamenti, con le bollette aumentate di cinque volte gli impianti fotovoltaici che stiamo accendendo sono la nostra salvezza”. Certo, non possono fare tutto da soli: “Vogliamo coinvolgere altre imprese, ma servono investimenti pubblici sulla rete di distribuzione e nella velocità di connessione delle aziende. Lo Stato deve agevolare lo sforzo che noi privati stiamo facendo, solo così altre imprese seguiranno il nostro esempio”. Soddisfatto il direttore della Banca agricola, Saverio Continella: “La Sicilia può contribuire in maniera decisiva alla transizione ecologica, come dimostrano queste realtà agricole con cui abbiamo collaborato. Vogliamo essere il braccio operativo che permette a imprese, famiglie e anche pubbliche amministrazioni di adottare modelli green innovativi”.
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