Ragusa - Il calo di turisti c'è ed è evidente, a Ragusa, Modica, Scicli e persino Noto. Ma il fenomeno è generalizzato. Lo dice uno studio del Sole 24 Ore. La colpa? È dell'inflazione.
Un calo di presenze di turisti in Italia, nel mese di luglio e agosto c’è. Soprattutto al Centro e al Sud, e nelle località balneari, mentre nelle grandi città, a eccezione di Napoli (dove si calcola una perdita del 20%), continua un fenomeno di segno opposto: l’overtourism, con una presenza numerosa di turisti internazionali, soprattutto americani. Per ora mancano dati esatti sulla stagione turistica in corso, ma è certo che dopo il boom del 2023 l’industria delle vacanze comincia a mostrare i primi segni di frenata, colpita dalla diminuzione del potere d’acquisto degli italiani e dall’aumento dei prezzi.
I primi cali si sono registrati a luglio, poi ad agosto, quando sono venuti meno soprattutto i turisti italiani, colpiti appunto dall’onda lunga della inflazione. In Sicilia mancano all’appello gli italiani e l’aumento degli arrivi di stranieri non è bastato a compensare, soprattutto ad agosto. Tengono le mete storiche: Taormina, Erice, Cefalù.
In Campania, il rallentamento è tangibile. Napoli e provincia, compreso isole e costiera sorrentina, segnano in media un -20% di presenze concentrato nel periodo a cavallo del ferragosto, quindi in questi giorni.
Il Veneto invece è in controtendenza. Ferragosto si presenta con tassi di occupazione alberghiera elevati, con un trend ancora in crescita spinto da un meteo stabile e da una propensione sempre più accentuata alle prenotazioni last minute. Per Ferragosto il mare è all’88,1%, la montagna al 72,6%, il lago all’82,4%, le città d’arte al 56,6%, le terme al 73,6%.