Milano - Nelle campagne pugliesi dove si fa la raccolta vengono pagate 1,80 euro, ma a Milano nei negozi di frutta costano 10 volte di più: 18 euro al chilo. Lo squilibrio tra «i prezzi da fame» riconosciuti agli agricoltori e quelli di vendita delle ciliegie Ferrovia diventa un caso. Per arrivare sugli scaffali dei negozi di vicinato e della grande distribuzione le ciliegie viaggiano su strada, con l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio quindi le spese per i produttori si sono moltiplicate e il margine di redditività diventa sempre più basso.
In campagna un chilogrammo di ciliegie costa quanto un caffè, con gli agricoltori che preferiscono regalare le primizie agli indigenti piuttosto che raccoglierle.
In Puglia il 35% della produzione italiana
La produzione di ciliegie è destinata esclusivamente al consumo fresco e per questa ragione devono essere mantenute integre le pezzature, la compattezza ed il sapore. Questo richiede un’accuratezza nelle fasi di coltivazione e di raccolta che le macchine non sono in grado di garantire. La selezione e la raccolta vengono quindi fatte rigorosamente a mano. La Puglia è la maggior produttrice di ciliegie in Italia, detiene, con le sue quasi 32.000 tonnellate, il 35% della produzione Made in Italy che risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola rappresenta il 96,4% della produzione regionale.
Gli effetti del caro energia
Secondo un’analisi della Coldiretti sui dati Istat di aprile rispetto allo stesso mese dell’anno precedente i prezzi di produzione dell’industria alimentare italiana nel suo complesso sono aumentati del 14%. A far volare i prezzi è il caro energia, aggravato dalla guerra in Ucraina.