Economia
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11/05/2025 22:21

Gaetano Intrieri (Aeroitalia): “Ecco perché lasciamo lo scalo di Comiso”

Gaetano Intrieri (Aeroitalia): “Ecco perché lasciamo lo scalo di Comiso. Ma non è da chiudere, serve un modello serio”

di Redazione

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Gaetano Intrieri (Aeroitalia): “Ecco perché lasciamo lo scalo di Comiso"
Gaetano Intrieri (Aeroitalia): “Ecco perché lasciamo lo scalo di Comiso"

Comiso – Comiso – L’aeroporto Pio La Torre in blackout per l’estate 2025. A lasciare lo scalo, come anticipato un mese fa da Ragusanews, dopo due anni di operatività, è anche Aeroitalia. Una scelta motivata con chiarezza dal CEO della compagnia, Gaetano Intrieri, in questa intervista rilasciata al nostro giornale.

 

Perché avete deciso di andare via da Comiso?

“Perché così facendo si perdono soldi e noi siamo una società di capitale. Aeroitalia, come prima Ryanair, ha dovuto fare i conti con una gestione economica non sostenibile. La compagnia irlandese ha lasciato Comiso dopo aver accumulato perdite, su quasi tutte le rotte che operava su Comiso come documentano i suoi bilanci. La SAC, gestore dell’aeroporto di Catania e Comiso, non poteva economicamente più intervenire oltre senza violare il regolamento europeo sul Market Economy Operator Test (MEOT), che impone condizioni di mercato per ogni forma di agevolazione.”

Il territorio, quindi, non riesce a garantire le condizioni per mantenere operative le compagnie?

“Esatto. Il sistema attuale, con un bacino di 300 mila abitanti e forse meno, non consente a un vettore di coprire i costi, nemmeno con agevolazioni e contributi. Il bando della Provincia, che prevedeva 3 milioni di euro all’anno per incentivare le rotte, non è stato appetibile per nessuno. Si chiedeva alla compagnia di fare attività di incoming e di ricevere contributi solo in base al numero di passeggeri trasportati: una formula economicamente insostenibile.”

Avete fatto delle proposte alternative?

“Sì, abbiamo inviato una PEC alla Provincia chiedendo un contributo di 3,5 milioni di euro l’anno per tre anni, per garantire quattro rotte e un programma di marketing del territorio. Eravamo anche disposti a fornire fideiussione, come previsto nei bandi di continuità territoriale, nel caso avessimo interrotto il servizio prima del termine.”

Eppure la Provincia ha scelto la via del bando.

“Era obbligatorio, trattandosi di fondi pubblici. Ma il bando era, a mio avviso, un insulto: privo di un modello strutturato, basato esclusivamente sul pagamento a passeggero. Un approccio che non offre alcuna garanzia per una programmazione seria.”

 

Cosa proponevate per promuovere il territorio?

“Un pacchetto completo: un luogo simbolo del territorio raffigurato su uno dei nostri aerei, promozione sul nostro sito (50.000 visitatori al giorno), uno speciale su Comiso in collaborazione con L’Espresso, e spazio dedicato sul nostro giornale di bordo.”

 

Contributi richiesti da altri vettori?

“Se è vero quello che si è letto nei media in questi giorni, ovvero compagnie aeree che hanno richiesto una contribuzione di 62 euro a passeggero, allora vorrebbe dire che Aeroitalia con i suoi 150.000 passeggeri l’anno trasportati da e per Comiso, avrebbe diritto ad una contribuzione di circa 9 milioni l’anno. La nostra richiesta, invece, è stata di gran lunga inferiore.”

 

Lo scalo è da chiudere?

“No. Ma bisogna rivedere le procedure. Serve un modello di co-marketing con cifre certe, come avviene in tanti altri aeroporti. Non è una ricetta segreta.”