Ragusa - Ceto medio e liberi professionisti che - strozzati dalle bollette energetiche, l'ultima mazzata sul precario budget familiare e aziendale - tagliano su cibo, salute e sicurezza per non restare senza luce e gas, quando non si rivolgono direttamente agli usurai. E il disagio economico aumenta la ludopatia di quanti sperperano il poco che hanno in slot e gratta e vinci. È il mesto quadro dipinto dalla totalità delle associazioni attive in Sicilia: da Federconsumatori a Confcommercio, dalla Caritas a Coldiretti ai sindacati d’ogni categoria sociale. Le famiglie siciliane messe in croce dall'inflazione - schizzata a giugno all'8% (il record dal 1966) - sono mezzo milione: 481.396 nuclei per l'esattezza, circa il 30% del totale; più altre 240.699 che ce la fanno a stento. Qualche centinaio di euro in più l’anno da pagare, e anche loro andranno in fuorigioco.
Il calcolo non include i “single”, tra cui molti pensionati soli. Ma quasi tutti ormai viviamo con la paura di aprire la cassetta delle lettere o la mail, certi di trovarci - tra la pubblicità - qualcosa da saldare. A cominciare dai lettori che ci scrivono in questo periodo. Già solo il semplice caffè al bar, aumentato in media di 20 centesimi di euro, rende l’idea dei ritocchi al rialzo toccati in proporzione negli ultimi mesi, anche da generi di prima necessità. I tetti che il governo Draghi cerca di imporre al costo di elettricità e metano sono bucati, e il serpente si morde la coda: chi vive in condomini con classi energetiche basse - costruiti prima degli anni 80 - patisce di più caldo, freddo e umidità. E forni, condizionatori, lavatrici, lavastoviglie ed elettrodomestici datati, che i più indigenti non possono permettersi di cambiare, sono quelli che consumano di più.
A razionarne il consumo ci hanno pensato da soli, prima che venga imposto per decreto se le scorte invernali - dopo il rubinetto chiuso dalla Russia - non dovessero bastare: ora il gas arriva dal Nord Africa, proprio attraverso l’Isola, e l’Algeria ha già chiesto di ritrattare il prezzo vista l’impennata subita sui mercati. I poveri non sfuggono: a chi non comunica la lettura bimestrale, arriva la botta del conguaglio; a chi non apre ai tecnici per fargli tagliare il gas viene applicata in automatico la tariffa più alta. E meno male che il mercato libero doveva abbassarle! I tanti gruppi di volontariato sparsi sull’Isola raccolgono non solo vettovaglie, vestiti e materiale scolastico, ma fanno anche collette, perché servono contanti per non restare al buio. È rimasta l’elemosina di pochi benefattori a tenere insieme questa regione?