Ragusa - Lento, caro, inutile, ma anche rumorosissimo. In 10 mesi scarsi di rotaia il Frecciabianca, tanto osannato dal sottosegretario ai Trasporti Giancarlo Cancelleri, ha viaggiato quasi sempre a vuoto: i pendolari hanno continuato a preferire il vecchio Intercity, ed è tutto dire. Col Frecciabianca risparmiavano appena due minuti in meno tra Catania e Palermo, a parecchi euro in più. Già a giungo i cantieri sulla tratta avevano sospeso le corse, suscitando le critiche degli utenti: ora il treno delle stelle in Sicilia non risulta più prenotabile sul sito di Trenitalia, i vagoni sono stati riportati fuori dall'Isola. L’avevamo anticipato a inizio estate che sarebbe finita così.
I cervelloni non hanno considerato che la velocità sostenibile dal Freccabianca doveva fare i conti con la vetusta rete ferroviaria siciliana, in gran parte a binario unico, con convogli che in alcuni tratti sono costretti a fermarsi per lasciarne passare altri, arrivando così perfino in ritardo rispetto al regionale. Un treno a mercato, senza contributi pubblici, il cui costo - a differenza degli altri - è sostenuto dai soli biglietti venduti: un esperimento economicamente fallito. Dunque tratte soppresse o quanto meno sospese, in attesa che l'Isola si doti di rotaie degne. Da tempo sono oggetto di interventi, che però non garantiscono un percorso uguale in tutta la regione.
Poco male per il territorio di Ragusa, comunque tagliato fuori dai Frecciabianca per la mancanza di linee elettrificate. Nella provincia iblea, come abbiamo documentato a più riprese, la situazione è disperata anche per quanto riguarda il trasporto aereo, ridotto a un fioco lumicino; tanto che ormai la gente preferisce spostarsi in bus e pullman. Vedremo cosa accadrà adesso con i treni Blues a idrogeno, lanciati con altrettanta enfasi, che collegheranno le stazioni di Modica e Caltanissetta: se il buongiorno si vede dal mattino, anche in questo caso non sembra essere dei migliori.