Ragusa – La crisi economica da Covid morde: secondo l’ultima relazione del centro studi Sogeea, illustrata anche in Senato, in 6 mesi gli immobili finiti all’asta in Italia sono aumentati del 63,5%, passando dai 9.262 dello scorso luglio ai 15.146 di fine del 2020. Per quanto riguarda le case l’impennata maggiore delle aste si è registrata nelle regioni settentrionali, +27,7% in 6 mesi: in cifre assolute il record spetta alla Lombardia, con 2.100 appartamenti all’incanto. In numeri percentuali vince invece la Sicilia: con 1.564 immobili sotto il martello del battitore, l’Isola segna +250%; segue distanziato il Lazio a +118%, con 1.727 immobili. Va male in generale nel Mezzogiorno e sulle Isole maggiori, dove le aste sono quadruplicate passando da 584 a 2.105 (+284%); migliora invece in Veneto e Liguria. «E’ sempre la fascia di reddito medio/bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi - scrive il rapporto -, il 66% delle abitazioni ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro». Se non vogliamo che migliaia di famiglie perdano la casa nei prossimi mesi, perché incapaci di onorare la rata del mutuo, urge «un fondo di garanzia che consenta un preammortamento di 2 anni senza pagare il capitale - spiega Sandro Simoncini, presidente della società di consulenza catastale -, e il prolungamento della durata residua del mutuo, in modo da diminuire drasticamente la rata mensile».
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Ma a finire all’asta sul territorio nazionale ci sono in tutto anche 4 castelli, 15 ospedali, 8 teatri e perfino 17 conventi: neanche i grandi proprietari e gli imprenditori scampano ai morsi della crisi. Non mancano alberghi, b&b, motel e campeggi stremati dalla lunga chiusura: una struttura ricettiva su tre è all’asta al Nord ma nel settore i primati assoluti sono al centrosud e appartengono a Lazio e, ancora una volta, Sicilia, con 16 e 15 immobili rispettivamente all’incanto in questo momento; segue la Sardegna con 13. Il 55% dei complessi turistici ha un prezzo inferiore al milione di euro: una base eccezionale trattandosi di proprietà di migliaia di mq tra interni ed esterni, non sempre diroccate e spesso di grande rilievo urbanistico e architettonico. Certo tra rialzi e interventi d’opera è pur sempre un bel gruzzolo che può permettersi altri industriali o gruppi alberghieri, con più coraggio e risorse finanziarie. In Sicilia l’anno scorso è andata all’asta addirittura un’intera scuola, a Marsala, nel trapanese. Gli istituti rientrano nella stessa categoria di fabbricati di “conventi, convitto o similari”: da 311mila euro si era scesi a un'offerta minima di 233.250. Basta dare una rapida scorsa alle offerte in Rete per trovare queste numerose “occasioni” di cui parla il report Sogeea.
La maggior parte sono anni che aspettano un acquirente, ne abbiamo selezionata qualcuno. Nella foto 1 e in copertina siamo nel centro di Modica, nel ragusano, dov’è all’asta un complesso di 5 piani, adiacente la chiesa di San Giorgio, di alto valore estetico nel suo svilupparsi a ridosso della vallata. Si tratta di “un antico palazzo che da dimora privata è stato trasformato, grazie ai lavori di ristrutturazione eseguiti tra il 2007 e il 2013, in esclusivo e raffinato albergo a 5 stelle” si legge nella recensione. “La struttura si compone di: albergo, ristorante, galleria d’arte, caffetteria, affittacamere e beauty farm, queste ultime due sono in fase di ristrutturazione”. In tutto ci sono “20 stanze, con ulteriori 10 ancora in fase di ristrutturazione, così come per la beauty farm. Gli ambienti finiti si trovano in ottimo stato di conservazione”. L’immobile è al momento locato: la superficie interna totale è di 2.770 mq e la valutazione è di oltre 4 milioni e 300mila euro: è in quel 45% che sfora di parecchio il milione, per l’imponenza e l’importanza degli alloggi. Nella foto 2, ricavata dal satellite Google, una vera e propria torre centrale medievale in San Giovanni La Punta: un compendio di particolare interesse storico, sottoposto al vincolo della Sovraintendenza dei Beni culturali di Catania. Rientra nella classificazione A9, “Castelli e palazzi di eminenti pregi artistici. La base d’asta è 540mila euro.
Nella foto 3 un villaggio turistico con due piscine, un anfiteatro e quasi 20mila mq di terreni agricoli in contrada Tre Fontane, nel comune trapanese di Campobello di Mazara: due piani fuori terra e uno interrato per 85 camere doppie, 48 verande e decine di altri locali tra bagni, reception, ristorante, cucina, magazzini e spogliatoi. Arredato di ogni mobile e attrezzo, costa “solo” 926mila euro. Nella foto 4 una palazzina stile liberty in piazza Gentili, a Palermo, di fronte "Giardino Inglese". Qui si parte da oltre un milione e mezzo di euro, ed è pure un ulteriore Ribasso visto che è invenduta dal 2018. Nel capoluogo è ancora in vendita Palazzo Di Napoli, nella foto 5, con tutto il prospetto di sculture che s’affaccia sui Quattro Canti: un patrimonio artistico della città su cui il Fai ha già avvisato della necessità di una speciale tutela. Anche il Castello dei Duchi Avarna, nella foto 6, attende da tempo un compratore: una residenza padronale nel centro di Gualtieri Sicaminò, nel messinese, valutata 895mila euro. Il termine per presentazione le offerte scade il 22 marzo: si parte da 671mila euro, con rialzi minimi da 25mila.