Con l’impennata dei contagi fioccano disdette per il cenone di Capodanno. Per la Fipe Confcommercio le cancellazioni dei cenoni si aggirano in media tra il 25 e il 30% e per questo chiede al Governo di dispensare misure urgenti come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa Integrazione.
News Correlate
Ci sono locali che in 3 giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle. Questo significa che il mese di dicembre, il più importante dell’anno che da solo vale il 10% del fatturato dei ristoranti, è in buona parte compromesso e si aggiunge ad un periodo prolungato di crisi che stava finalmente vedendo una via di uscita.
Per favorire questa ripresa, i ristoratori avevano previsto una riduzione dei prezzi rispetto a due anni fa: 78 euro in media per il cenone rispetto agli 80 del 2019, mentre per cena e brindisi di mezzanotte con sottofondo musicale il calo è più evidente, 90 euro contro 105. Con il dilagare della nuova variante Omicron a questi numeri oggi andrebbe fatta un’ulteriore tara tra il 25 e 30%.
Per la Confederazione Italiana Agricoltori “Capodanno a picco” con l’aumento dei contagi, si conta un 40% delle disdette. “In 10 giorni ogni struttura andrà sotto, in media, di circa 25 mila euro tra pernotti e pasti. Si punta sulla consegna a domicilio. Effetto domino della nuova variante anche sugli agriturismi, ormai parte integrante della filiera turistica Made in Italy, piegata da un’escalation di criticità per l’aumento dei contagi che hanno imposto ulteriori restrizioni.
Un numero crescente di italiani sta ripensando i programmi iniziali magari organizzando una vacanza di prossimità a chilometri zero soprattutto nei piccoli borghi.
Con le disdette del cenone di Capodanno e lo stop decretato dal Governo alle discoteche, ai locali da ballo e alle feste fino al 31 dicembre c’è rischio di un ritorno all’abusivismo. Secondo Fipe-Confcommercio, la scelta del Governo ha vanificato acquisti di merce, assunzioni di personale e artisti scritturati. Oltre al danno economico, la beffa di dover assistere impotenti la notte del 31 a feste in case private o in locali abusivi. Si tornerà a favorire l’abusivismo e a ballare ovunque tranne dove c’è una licenza che lo permette?