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Sicilia-Ue, scontro su pesca nel Canale: il declino di Mazara

Da 400 a 80 imbarcazioni in 15 anni nel distretto del gambero rosso

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 Mazara del Vallo, Tp - Un grido d’allarme e una richiesta d’aiuto. Per fermare quello che all’orizzonte appare come l’inesorabile declino del cosiddetto distretto della pesca di Mazara: in 15 anni la flotta è passata da 400 imbarcazioni a 80, e gli addetti da quasi 4mila ai mille di oggi. «Diventeremo solo una città di commercianti», commenta il sindaco della cittadina trapanese Salvatore Quinci. È la sintesi del confronto con una delegazione del parlamento europeo portata fin qui dal deputato europeo, il siciliano Pietro Bartolo del gruppo S&D.

«Da 20 anni a questa parte un declino costante che ne mette a rischio la sopravvivenza – spiega al Sole 24 Ore -, Mazara è la cartina di tornasole della flotta italiana nel suo insieme. Problemi che vanno percepiti dall'Europa che però è vissuta come distante». C’è un conflitto d’interessi tra la pesca siciliana e l’Ue, tra lavoro e ambiente marino, rappresentato al presidente della commissione per la Pesca, il francese Pierre Karleskind, nella due giorni di incontro sull'Isola.

I rincari causati da Covid e guerra hanno aggravato problemi preesistenti – come i rapporti col nord Africa e le motovedette libiche – e strutturali, dal ricambio generazionale alle condizioni sulle imbarcazioni allo stato della marineria. «Non c'è pesca italiana senza pesca siciliana - ha detto l'assessore regionale Toni Scilla -: d'altura, artigianale, col palangaro: non si può paragonare i pescherecci alle navi” che cariche di carburanti e altre merci continuano indisturbate a solcare il Canale, inquinandolo pesantemente.

La sostenibilità ambientale va accompagnata a quella economica, per la sopravvivenza di un comparto storico e strategico in una terra circondata dal mare. «Il brand del gambero rosso è affermato, ma la pesca a strascico è a rischio estinzione e con lei la nostra identità - aggiunge Quinci -. La prospettiva, con l'aumento dei costi e la riduzione delle giornate di pesca, è una recessione economica e sociale. Il Mediterraneo è un condominio rissoso: centinaia di barche hanno subìto sequestri e attacchi. Non è immaginabile che i nostri pescatori debbano rischiare la vita per sostenere la famiglia, non siamo disposti a questo destino».


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