di Redazione
Ancora un capitolo di pregio nella programmazione The Ertertainer grazie a Danza Multietnica, progetto proposto da Paul McCandless e Antonio Calogero domenica 25 novembre alla Cripta del Carmine a Scicli.
Sobria eleganza nelle note e nei modi di McCandless al sax soprano, all’oboe e al clarinetto basso che, come sempre nei quasi quarant’anni di carriera, ha dato ai fiati un’anima cesellandone i suoni.
Temperamento più mediterraneo, ma pari classe e pari forza comunicativa per la chitarra classica e la chitarra acustica di Calogero che, con brevissimi cenni introduttivi ha guidato il pubblico attraverso questo viaggio musicale che toccato, tra gli altri paesi, la Spagna, il Brasile, l’Italia.
La selezione dei brani in scaletta è caduta su alcune tracce che fanno parte di Danza Multietnica, lavoro discografico che ha dato titolo al progetto in uscita nelle prossime settimane, e su diversi inediti.
Tutte composizioni originali di Antonio Calogero ad eccezione di Lamentos do morro di Annibal Augusto Sardinha (Garoto) eseguita in solo chitarra con arrangiamento di Calogero e appartenente a Danza Multietnica.
Estratti dallo stesso cd The new mood, il brano eseguito in apertura La festa del vento, Pandereta, A life theme, la suite composta di tre movimenti Danza Multietnica e L’attacco saraceno «tarantella moderna composta quasi su suggerimento di Paul. Durante i nostri concerti in Nord America e in Canada – spiega Calogero – proponevamo come bis miei arrangiamenti di tarantelle siciliane o napoletane che riscuotevano sempre molto successo. Notato questo Paul mi ha chiesto di comporne una originale e così è stato»
Anche tra gli inediti una composizione eseguita in solo da Calogero, Unexpected summer, e poi nuovamente in duo The endless gift, May or mai, Untitled e Honduras, la composizione più recente.
Ancora un inedito di Antonio Calogero il bis Encore.
Il pubblico, se non per quantità certamente per qualità, ha premiato la scelta della direzione artistica complimentandosi con la stessa e tributando agli artisti calore e gradimento.
In tempi in cui l’intrattenimento culturale non sembra suscitare il dovuto interesse ha avuto duplice valenza, di sconforto per le prospettive delineate e di conforto per la stima sottintesa, che a fine concerto in molti si siano chiesti «quale potrà essere il futuro della musica se c’è chi perde simili occasioni di ascolto?»
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