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22/08/2014 18:27

Elizabeth Missland e Manuel Giliberti al Videolab Film Festival

Battesimo

di Redazione

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Il dibattito
Il dibattito

Vittoria – Elizabeth Missland e Manuel Giliberti hanno inaugurato il XVI VideoLab Film Festival. Gli spettatori-cinefili hanno gremito il Museo Archeologico di Kamarina, teatro della kermesse cinematografica. Il festival, fondato e diretto da Andrea Di Falco, e condotto da Giovanna Cascone, ha ricevuto un emozionante battesimo.
La Missland ha reso omaggio ai film italiani premiati dal Globo d’oro. La giornalista è stata per 25 anni direttore artistico del premio. “Il Globo d’oro – ha dichiarato la Missland – nasce nel 1959. Quando John Francis Lane, Melton Davis, Klaus Rhüle e un gruppo di giornalisti stranieri iscritti all’Associazione della stampa estera in Italia decisero di rendere omaggio al cinema italiano, in quel momento al vertice del suo splendore. Fu creato un premio sulla scia dei Golden Globes di Hollywood. L’obiettivo era quello di premiare i film originali e meno visibili, più difficili, con alti contenuti sociali e culturali”.
Per raccontare gli incontri e le suggestioni della Missland sarebbe necessario un vero e proprio libro. “Me lo dicono in tanti. Scrivilo. Devi svelare il dietro le quinte del cinema”. La Missland, tra i vincitori del Globo d’oro, ha menzionato, due tra i più premiati in assoluto: Monica Vitti e Ferzan Ozpetek. “Persone uniche. Di grande umanità. Monica ha potuto interpretare qualsiasi ruolo. Con Ferzan ho un rapporto speciale”.
La giornalista ha ricordato anche il premio a Giliberti. “Lettere dalla Sicilia, il primo film di Manuel, è stato folgorante. Un film da non dimenticare”.
Ma la Missland è anche innamorata del cinema breve. “Per questo ho accettato, con entusiasmo, di presiedere la giuria del VideoLab Film Festival. Credo molto nei giovani registi. Bisogna sempre proiettare il proprio sguardo verso il futuro. Loro, i giovani, sono gli autori di un cinema nascosto che deve essere mostrato”.
La Missland ha detto la sua a proposito dell’eterna litania sulla crisi del cinema italiano. “Oggi si parla di crisi. Ma in realtà, la crisi c’è sempre stata. E in tanti lavorano tanto. La verità è che il cinema italiano è un malato dalla salute di ferro”.
Manuel Giliberti, presidente onorario del festival, è sempre stato un “amico del VideoLab. Nel 2006 era appena uscito Lettere dalla Sicilia. E Andrea Di Falco decise di proiettarne al festival un frammento. Da allora è nata un’amicizia oltre che una collaborazione. In seguito, del film abbiamo proposto una lettura teatrale. Il VideoLab mi porta bene. Sono sempre stato felice di farne parte”.
La Missland e Giliberti hanno introdotto la visione de L’industriale, capolavoro di un maestro del cinema d’arte: Giuliano Montaldo. Globo d’oro per il miglior film 2012. Lungometraggio d’apertura del festival. Per la Missland, “il film mostra l’Italia della grande crisi economica. Eccezionale la fotografia desaturata di Arnaldo Catinari. Solida la sceneggiatura scritta dal regista con Andrea Purgatori. È un film che tratta della sconfitta pubblica e privata di un uomo che vive d’inganni”. Per Giliberti, “l’interpretazione di Pierfrancesco Favino è intensa e credibile”.
Per Giovanni Distefano, direttore del museo, “non è un caso che il festival porti il nome di Kamarina. Questo spazio non è oggi solo museale. Ma è uno spazio dove si fa cultura. Il festival qui ha trovato la sua casa naturale”.
Secondo Giovanni Denaro, presidente della Fiera Emaia, “per veicolare il nome dell’ente fieristico ci leghiamo volentieri ad eventi quali il VideoLab Film Festival. Noi sosteniamo il festival in minima parte. Per queste ragioni, invito tutte le realtà locali, a puntare su queste iniziative. Che non devono disperdersi”.
Gianni Molè, presidente della Fondazione Film Commission Ragusa, ha sottolineato “di aver concesso il patrocinio al VideoLab. Auspico anche un sostegno economico da parte nostra. Approviamo l’iniziativa e lo sforzo organizzativo di Andrea Di Falco. E gli chiediamo di resistere ancora”. Rispetto alla vita della fondazione, Molè ha dichiarato che si limita a “governarla, senza riuscire a modificarne lo statuto. È stato più facile per Renzi fare la riforma del Senato. È necessario che gli enti locali ci aiutino”.
Andrea Di Falco e la giornalista Daniela Citino hanno dedicato proiezione del film “ad un amico che non c’è più. Un artista eclettico, uno chef eccellente, che ha rappresentato un punto di riferimento per l’intera comunità iblea: Turi Giarratana. Come imprenditore, Giarratana ha sempre sostenuto il festival. Abbiamo voluto rendergli omaggio”.
Stasera prende il via la sezione del cinema breve premiato al Globo d’oro. Si parte con Deu ci sia, corto di Gianluca Tarditi. Vincitore nel 2011. È la storia di una “femmina agabbadora”. Molto popolare in Sardegna sino alla fine del XIX secolo. Una donna che si occupa della cura dei malati e dei moribondi.
Oggi è previsto l’incontro dal titolo: La terra iblea, un set naturale. Intervengono: Chiara Ottaviano, di Cliomedia Officina; Gaetano Bonetta, direttore del Dipartimento di scienze filosofiche e pedagogiche dell’università di Chiteti-Pescara; Gianni Molè, presidente della Fondazione Film Commission Ragusa; Giuseppe Gambina, esercente cinematografico, direttore del Vittoria Film Peace Film Festival. La conversazione è preceduta dal documentario firmato dalla Ottaviano: Negli iblei, le donne, un mondo non a parte.
Stasera prende il via il Concorso Internazionale dei Corti del Cinema d’Arte Mediterraneo di Kamarina. Che si compone di due sezioni: Cortometraggi Mediterranei e Documentari Mediterranei. Sono 20 i corti ammessi al concorso (7 stranieri).
I corti in programma stasera sono:
L’uomo del fiume, documentario di Barbara Maffeo. La storia di Sandro. Le sue passioni e le sue scelte, nello scenario di un complesso di palazzine occupate, nella periferia di Roma.
Bold di Davide Gentile. Un film breve che narra di un incontro anacronistico e grottesco. Tredici uomini che cercano di esorcizzare il tempo, che passa, inesorabilmente.
Mia di Diego Botta. Un viaggio nei meandri della mente di un uomo. Nella fitta oscurità di un bosco, una bambina viene reclusa.
Meglio se stai zitta di Elena Bouryka. Uno sguardo sulle donne popolato da donne. Chiacchiere, smalti e pettegolezzi, nell’universo rosa che si colora d’invidia.
Little talks di Yassen Genadiev. Un interno quotidiano di immigrazione. Un uomo e una donna. La loro storia è ferma a un bivio. Tra il desiderio di maternità della donna e il miraggio di guadagni illeciti dell’uomo.
La lista degli invitati di Roberto Di Maio. Una storia d’amore on the road. Lo spiazzante viaggio notturno di Andrea e Sonia.
Alle corde, di Andrea Simonetti. La boxe come metafora. Per il riscatto umano e sociale di Cosimo.