Washington - Congresso assaltato dai manifestanti e evacuato, stop alla seduta chiamata a certificare l'elezione di Joe Biden. Una situazione senza precedenti nella storia della democrazia americana, che ha lasciato tutto il mondo a bocca aperta. Gruppi di manifestanti pro Donald Trump, aizzati dal presidente uscente, hanno fatto irruzione, alcuni armati, all'interno del complesso di Capitol Hill, dove il Congresso era riunito. La polizia, sopraffatta da migliaia di rivoltosi, non è riuscita a opporre resistenza e, in qualche punto, li ha lasciati passare per non dover ricorrere alle armi e fare una strage.
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Quattro morti e 13 feriti è il bilancio provvisorio degli scontri in quello che può essere considerata una vera e propria insurrezione eversiva; 52 finora gli arresti. A frittata fatta, pur ostinandosi ancora a non riconoscere la vittoria del presidente democratico e a blaterare di brogli mai provati da alcun tribunale, Trump è stato costretto a un parziale dietrofront: "Per favore sostenete la nostra polizia e le forze dell'ordine, sono dalla parte del nostro paese. Mantenete un atteggiamento pacifico!". Ma ormai era troppo tardi. "Questo succede se una vittoria è strappata ai patrioti”, così definisce i violenti un uomo che non esita a mandare incontro alla morte i suoi stessi sostenitori e a far scempio delle istituzioni, pur di restare al comando.