Cronaca
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14/10/2025 08:14

Fa la pipì sull’altare della basilica di San Pietro, papa Leone XIV ordina un rito riparatorio «urgente»

Il rito è stato celebrato lunedì intorno alle 12,30

di Redazione

Città del Vaticano – È stato Papa Leone XIV a chiedere personalmente e con urgenza un «Rito penitenziale riparatorio» per «restaurare la santità della Basilica di San Pietro e chiedere perdono a Dio per l’ingiuria compiuta» dopo l’atto osceno compiuto venerdì scorso sull’altare maggiore della Basilica da un turista che ha urinato (o ha tentato di farlo prima di essere bloccato dalla sicurezza) spogliandosi davanti a pellegrini e turisti. Il Papa lo ha chiesto tassativamente in un incontro privato con il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica vaticana. II fatto era stato segnalato dal sito «Silere non Possum». In realtà la riparazione dopo atti osceni o violenti o di profanazione è in pratica d’obbligo nei luoghi sacri per la fede cattolica. Dopo la decisa richiesta del Pontefice, il rito, compresa l’aspersione con acqua benedetta di navate e altare e la recita di preghiere e salmi penitenziali, si è finalmente svolto lunedì intorno alle 12,30, con la Basilica chiusa temporaneamente ai fedeli.

Durante l’incontro tra il pontefice e il cardinale Gambetti, che fonti interne vicine al pontefice raccontano come a dir poco «tempestoso», Leone XIV, «costernato e addolorato» ha ordinato al cardinale di celebrare il prima possibile un rito penitenziale riparatorio dopo l’atto sacrilego che ha profanato il più celebre (anche per il baldacchino di Bernini) altare del pianeta, il più sacro della cristianità perché simboleggia l’autorità papale: quello «della Confessione» dove appunto solo il Pontefice può celebrare la Messa, essendo esattamente sopra la tomba di Pietro, apostolo e primo Papa («Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli Inferi non prevarranno su di essa», si legge nel Vangelo di Matteo e nella scritta intorno alla cupola di San Pietro in Vaticano).  Gambetti, sempre secondo «Silere non possum», avrebbe indugiato a celebrare il rito, che avrebbe potuto essere compiuto,  «ripulendo» e riconsacrando la Basilica, in un giorno feriale, anche quello successivo all’accaduto.