Attualità
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13/05/2007 05:46

Fogna a mare

di Redazione

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Tre tubi interrati, che sfociano all’inizio della spiaggia di Micenci, a Donnalucata, all’intersezione tra la via Lido e il lungomare di via Marina. Riversano sull’arenile acque bianche e forse anche reflui fognari. Nei giorni scorsi gli uomini della Capitaneria di Porto di Pozzallo hanno effettuato un rilievo, fotografando il sito.
Il sospetto che da qualche anno ha allarmato bagnanti e amministratori è che una o più abitazioni della parte alta di via Lido, e della via Bari, che è la prosecuzione di via Lido in direzione dell’ex mercato ortofrutticolo di via Roba delle Navi, abbia abusivamente, e inopinatamente, allacciato lo scarico fognario a questo collettore di acque bianche. E così, quando la spiaggia torna a essere frequentata, come è accaduto a Pasquetta, sorge la domanda: le acque che sgorgano di continuo dai tre tubi sono bianche o nere?
A giudicare dalle odori, si potrebbe rispondere: l’uno e l’altro. Appare chiaro infatti che i tre tubi convogliano principalmente acque bianche. Solo quando dal sistema fognario di una o due abitazioni di via Bari vengono immesse nel canale sotterraneo le acque nere, le acque bianche e quelle nere danno vita a quella preoccupante mistura che fa la propria comparsa in spiaggia.
E questa è la vera nota dolens della vicenda. Esiste un problema sanitario grave, di cui l’assessore all’ecologia del Comune, Bruno Occhipinti, dovrà farsi carico, e con esso l’intera amministrazione comunale. Non è pensabile infatti che questa estate l’ingresso principale in spiaggia per i bagnanti possa essere anche lo scarico di un collettore di cui non si conosce la vera natura. E anche quando non si trattasse di acque nere, ipotesi certamente auspicabile, non è ammissibile che la spiaggia, anzi, l’ingresso in spiaggia, sia una sorta di letto naturale di un torrente di acque bianche convogliate a monte per essere canalizzate sull’arenile.
Il guaio è che per una verifica definitiva delle responsabilità di chi ha condotto l’allaccio abusivo dello scarico fognario della propria abitazione al collettore di via Lido occorrerebbe svellere l’asfalto, salendo pian piano dalla via Lido alla via Bari, fino a via Roba delle Navi, e infine scoprire chi ha avuto la geniale idea di risolvere il problema dei reflui a casa propria in questo modo. Il fatto in se rappresenta in maniera sconfortante il dispregio non solo delle leggi, quanto delle regole della civile convivenza di alcuni cittadini, e dei loro tecnici di fiducia. Non c’è dubbio infatti che un azzardo così vergognoso debba essere stato fatto con la “benedizione” del geometra o dell’ingegnere che ha firmato il progetto dell’abitazione.
E in tal senso potrebbero emergere, se solo l’amministrazione comunale andasse in fondo nell’indagine, responsabilità penali non solo dei residenti nell’abitazione in questione, ma anche e soprattutto della ditta che ha realizzato l’immobile e dei tecnici che hanno firmato il progetto. Forse varrebbe la pena iniziare i lavori di scavo della via Lido e della via Bari, per scoprire finalmente le responsabilità, addebitando il costo di questa operazione non alla collettività di Scicli, che non merita questo, ma agli allegri autori di questa bravata, che infanga la spiaggia e l’onorabilità della città e della sua maggiore borgata rivierasca.